Quanto è diventato importante avere una buona connessione a Internet?

Nel magico mondo iperconnesso, avere una rete in grado di sostenere il "traffico" è diventato fondamentale. Il mercato offre diverse alternative, ma proviamo a spiegare quali sono i dettagli su cui porre la nostra attenzione

13/11/2022 di Enzo Boldi

Ormai siamo tutti perennemente iperconnessi. L’avanzata dei social network ha soltanto accelerato questo processo che poi è diventato un tema di strettissima attualità travalicando quel confine tra la realtà e il digitale. Perché Internet è passato dall’essere uno strumento per pochi al diventare un’esigenza per stare al passo con tutte le novità e gli aggiornamenti dal mondo. Ed è per questo che oggi, ancor più di ieri, ogni cittadino-utente deve dare grande importanza alla qualità della propria connessione. Il mercato offre tante soluzioni (sempre più variegate, e non solo per quel che riguarda il prezzo di abbonamento mensile): aziende differenti si danno concorrenza per cercare di attirare l’attenzione. Ma ci sono dei dati (e degli strumenti) fondamentali per capire al meglio se la scelta che si sta facendo sia consona alle nostre esigenze. Uno dei fattori che un cliente deve tenere sempre d’occhio è quanti mbps servono per avere una buona connessione.

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Perché spesso, troppo spesso, ci si lascia convincere dal prezzo offerto dalle aziende per i pacchetti di abbonamento a Internet (da tempo non più collegati esclusivamente al pacchetto “Voce”, ma venduti anche singolarmente). Sono finiti, fortunatamente, i tempi delle connessioni “a consumo”, quelli dell’epoca del 56K che portavano a due atteggiamenti da parte dell’utente: il primo, quello più comune, monitorare con attenzione il tempo trascorso su Internet; il secondo, un controllo assiduo della bolletta telefonica che cresceva esponenzialmente in base al tempo di connessione. Fantasmi del passato che sono stati messi nel rumoroso (come il modem dell’epoca) dei ricordi e che ora sono stati cancellati dall’arrivo prima della banda larga e poi dalla fibra ottica che ha dato un impulso verso l’alto non solo all’accessibilità alla rete (anche in edifici privati), ma anche alla velocità di connessione.

Quanti mbps servono per avere una buona connessione

Evoluzione che si accavalla a velocità. Perché con il passare degli anni, quel concetto di 56K (che stava per 56 Kbps, ovvero 56 kilobyte per secondo) è rimasto solamente il simbolo di una generazione – come testimoniato anche da una fortunata serie in streaming dei The Jackal, trasmessa su Netflix – che si approcciava per la prima volta a quel mondo che un tempo sembrava complicatissimo. Una sorta di stanza virtuale dei segreti accessibile solo a pochi. Ma i tempi sono cambiati, basti pensare alle dinamiche tecniche che portano all’individuazione dei parametri minimi per stabilire se una linea internet presente in un ufficio o in una casa privata. Un tempo, infatti, la soglia massima era la stessa per tutti e si valutava in kilobyte per secondo. Oggi, invece, la domanda che ogni utente dovrebbe farsi è: «Quanti mbps servono per avere una buona connessione?».

Già da qui appare evidente un cambiamento: l’unità di misura. Perché ora, per giudicare la qualità di una connessione a internet si utilizza il mbps (importante è, infatti, il dato sui download), l’acronimo che sta per megabyte per secondo. Una macro-misura rispetto al “kilobyte” che segna il cambio di paradigma. Dunque, il megabyte è lo strumento fondamentale per capire quanti mbps servono per avere una buona connessione. Il resto dell’analisi è dovuto alle nostre esigenze di connessione. Per capire ciò, utilizziamo una tabella fornita dal portale SosTariffe che indica la velocità di connessione necessaria affinché la nostra rete sia in grado di essere al passo con il nostro utilizzo di internet:

  • 768K – 1.5 Mbps: navigazione in Internet base (compreso accesso mail e chiamate VOIP);
  • 1.5Mbps – 3 Mbps: ascolto di file musicali in streaming e visione di filmati (ma non in alta definizione);
  • 3 Mbps – 6 Mbps: guardare tv attraverso internet (IPTV legali) e condividere file (ma non di grandi dimensioni);
  • 6 Mbps – 10 Mbps: giochi online e visione di film on demand (su Netflix e non solo);
  • 10 Mbps – 25Mbps: guardare video in HD, seguire lezioni in DAD o effettuare visite per la telemedicina;
  • 25 Mbps – 50 Mbps: effettuare attività di sorveglianza video in alta definizione;
  • 50 Mbps – 100 Mbps: video conferenze con partecipazione di utenti multipli, supercomputing da remoto.

Poi c’è anche il massimo della qualità di connessione disponibile, quella maggiore a 100 Mbps che viene utilizzata, soprattutto, da aziende medio-grandi per effettuare raccolte di dati in tempo reale. Insomma, chi fa archiviazione o utilizza server per il trasferimento di pacchetti di file continuo e dalle grandi dimensioni.

Gli strumenti online per capire la velocità della nostra connessione

Queste, a spanne, sono dunque le indicazioni per fornire una risposta base alla domanda «Quanti mbps servono per avere una buona connessione». Ovviamente, occorre sottolineare un aspetto: stiamo parlando di velocità base, una scatola all’interno della quale vanno aggiunti altri fattori come la distanza tra il nostro dispositivo e il router (in caso di connessione con cavo LAN, questo non pregiudica la qualità e la velocità di connessione) e la quantità di dispositivi connessi. Ma come capire e sapere qual è la nostra reale velocità di connessione? Perché le aziende che offrono pacchetti di connessione a internet pubblicizzano sempre e solo il valore massimo (ovvero il potenziale massimo) della velocità di connessione. La realtà, invece, è fatta si bande minime molto inferiori. Come evitare di “cadere nel tranello”? Il web, ovviamente, permette agli utenti di effettuare un monitoraggio in autonomia di tutto ciò. Come accade con lo speed-test offerto (in forma gratuita) da Ookla: accedendo al loro sito tramite la nostra connessione, si può attivare un monitoraggio hic et nunc in grado di valutare diversi aspetti: dalla velocità di download a quella in upload (sempre valutata in Mbps, megabyte per secondo), passando per la latenza di download e upload fino al tempo di risposta della rete. Si tratta di parametri fondamentali che servono per capire e analizzare lo stato di salute di una connessione a internet e anche individuare eventuali problemi nella velocità di risposta alle nostre query. Ed è questo uno strumento fondamentale per cercare di non cadere nelle promesse pubblicitarie di chi racconta di offrire al cliente la massima velocità disponibile (basandosi solo sulla zona in cui è richiesta l’installazione della rete) e senza considerare – per esempio – eventuali delay di risposta a causa della latenza.

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