Quando torneremo a far visita a parenti e amici nelle loro case
18/04/2020 di Redazione
Dall’11 marzo – ma in molti casi, anche prima della data del lockdown – in diverse parti d’Italia si è rinunciato al contatto sociale. Non soltanto quello ‘pubblico’ che avveniva normalmente in luoghi frequentati anche da persone non conosciute (piazze, locali, mezzi pubblici), ma anche quello ‘privato’, con la rinuncia a visite di amici e parenti all’interno delle rispettive abitazioni. Quest’ultimo elemento ha raggiunto il suo ‘picco’ quando siamo stati costretti a trascorrere la Pasqua, una delle festività in cui il contatto e i pranzi insieme erano quasi obbligatori, in solitudine nelle proprie abitazioni. Ora, con la data del 4 maggio che si sta avvicinando, una delle domande che si sta affacciando è quando visiteremo parenti e amici.
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Quando visiteremo parenti e amici, cosa succederà il 4 maggio
Già, perché non c’è soltanto la ripresa economica da valutare, ma anche quella dei rapporti sociali. Il 4 maggio potremo tornare a scambiarci delle visite all’interno delle nostre abitazioni? Potremo tornare a organizzare un pranzo o una cena senza trasgredire alle norme sul distanziamento sociale previste dai vari dpcm che in questi giorni sono stati emanati? Un indizio è stato dato senz’altro dalla sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa. Quest’ultima ha fatto un’affermazione molto chiara in proposito, concedendo fiducia al senso di responsabilità dei cittadini italiani.
«Se poche persone e in spazi e condizioni che garantiscono le distanze potrà essere consentito – ha affermato la sottosegretaria – Non si comprenderebbe perché posso stare in ambienti chiusi con altre persone in ufficio o su un mezzo pubblico e non a casa mia. Al Comitato tecnico-scientifico ho detto che un piano di ripartenza che non scommette sulla responsabilità dei cittadini è insensato. Bisogna fidarsi ed educare le persone e gli italiani fino ad ora, nella stragrande maggioranza, hanno dimostrato di rispettare le prescrizioni».
Quando visiteremo parenti e amici, il ruolo dell’app Immuni
Insomma, il decisore politico sembra orientato a consentire piccole visite all’interno delle abitazioni. Certo, non si tratterà di grandi raduni con tante persone in piccoli spazi. Tuttavia, il principio per cui in azienda si può andare e in casa propria non si può ricevere la visita di parenti e amici scaglionati in appuntamenti con poche persone non sarebbe coerente. Inoltre, questa stessa decisione non potrà non tenere conto anche di eventuali limitazioni negli spostamenti che al momento sono ancora allo studio dell’esecutivo: per una fase 2 più prudente, infatti, si potrebbero individuare delle fasce d’età più deboli e maggiormente esposte al virus (quelle degli over 65, ad esempio, soprattutto se presentano diverse patologie pregresse) e impedire loro una libertà di spostamento pari a quella delle fasce d’età più giovani. Il problema di questo aspetto riguarderebbe la costituzionalità di una prescrizione del genere. Quindi, questa ipotesi resta ancora tutta da essere verificata.
Resta, quindi, da valutare la decisione del comitato tecnico-scientifico, anche alla luce del potenziale sviluppo dell’applicazione Immuni che dovrebbe mappare il contagio e, attraverso il bluetooth, far ‘comunicare’ i telefoni cellulari delle persone, ricostruendo eventuali contatti con persone affette da coronavirus. Il combinato disposto della fine del lockdown e dell’utilizzo consapevole di questo tipo di applicazione, secondo fonti interne al governo, potrebbe aiutare a riprendere anche la prassi delle visite a domicilio di parenti e amici.