Le regole sulle discoteche nelle varie regioni Italiane

Come ci si sta comportando durante questo mese di agosto nei locali

14/08/2020 di Gianmichele Laino

Quali discoteche aperte e in quali zone d’Italia? Da quando il governo ha demandato alle singole regioni i provvedimenti da prendere per la fase 3, dopo la chiusura del lockdown e il via libera delle varie attività, le misure di contenimento dell’epidemia di Coronavirus sono state gestite a livello locale, provocando qualche confusione e, in alcuni casi, delle vere e proprie marce indietro che hanno causato qualche problema sia ai cittadini, sia agli imprenditori. È il caso, ad esempio, dei locali dove si balla: il comitato tecnico-scientifico aveva dato un’indicazione precisa, quella di tenerli chiusi e di consentire le serate danzanti soltanto all’aperto. Ma le regioni hanno preso strade diverse, soprattutto in quelle zone d’Italia dove il turismo, in questo periodo, rappresenta una attività commerciale fondamentale.

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Quali discoteche aperte e con quali misure: la situazione in Sardegna

E allora, cosa è successo in Sardegna? Sull’isola, dopo una iniziale apertura generalizzata dei locali disco, si era deciso per un’ordinanza di chiusura in seguito a un focolaio scoppiato proprio per una leggerezza nella gestione dell’accesso e del distanziamento sociale. Poi, il governatore Solinas ha fatto marcia indietro, emanando un’altra ordinanza in cui le discoteche venivano sì riaperte, ma con il distanziamento sociale tra i clienti dei locali di due metri. Una di quelle ordinanze che è difficile da far applicare e che lascia spazio comunque a diverse problematiche di gestione interna.

Quali discoteche aperte e con che misure in Toscana ed Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna, dove le discoteche della riviera romagnola e le balere sono un punto imprescindibile per il turismo locale, c’è un’ordinanza che prevede il dimezzamento dei posti a disposizione dei singoli locali e l’obbligo di mascherina anche all’aperto. Stessa ordinanza è stata emanata anche dalla regione Veneto, che ha previsto le medesime condizioni per la frequentazione delle discoteche.

Anche in Toscana e nelle discoteche della Versilia la situazione è piuttosto simile: oltre alla cartellonistica e ai controlli all’ingresso, nelle discoteche si può ballare soltanto a distanza di due metri l’uno dall’altro, mentre per gli altri utenti del locale non in pista da ballo, la distanza diventa di un metro. Si incentivano le prenotazioni e i sistemi di pagamento senza contante, si devono individuare percorsi differenziati per gli ingressi e per le uscite.

Quali discoteche aperte, la situazione in Puglia, Liguria, Calabria e Sicilia

In Puglia, una delle regioni meta di destinazione del turismo di massa, la mascherina è obbligatoria all’interno delle discoteche e anche nelle serate organizzate all’aperto. L’ordinanza vale per tutti quei luoghi all’aperto – comprese le spiagge – dove è impossibile per motivi pratici rispettare la distanza di un metro. In questo caso, si sceglie la mascherina come baluardo a cui affidarsi per la protezione da eventuali contagi. Non sono soggetti all’obbligo i bambini al di sotto dei sei anni, nonché i soggetti con forme di disabilità non compatibili con l’uso continuativo della mascherina ovvero i soggetti che interagiscono con i predetti.

In Liguria, al momento, non è prevista alcuna limitazione per le discoteche e il governatore Giovanni Toti si augura che non si dovrà arrivare a intervenire da questo punto di vista. Al contrario, in Calabria sembra sul punto di essere emanata – dopo la riunione della conferenza stato-regioni di ieri – un’ordinanza che impone la chiusura di tutte le discoteche. L’assessore al turismo Orsomarso parla di «anticipazione di un provvedimento del governo nazionale», ma in realtà una ordinanza di questo tipo non farebbe altro che rispettare le linee guida già abbondantemente previste in questa direzione dal comitato tecnico-scientifico.

In Sicilia, sono vietate le attività all’interno delle discoteche, secondo l’ordinanza di Nello Musumeci, mentre all’aperto è possibile organizzare serate danzanti solo con un contingentamento delle presenze pari al 40% dei posti disponibili all’esterno dei locali stessi. In tutte queste circostanze, vige l’obbligo di indossare la mascherina, anche all’aperto.

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