La Russia minaccia il quotidiano svizzero di azioni legali per aver pubblicato l’immagine di Putin con il naso da clown

La foto era stata pubblicata dal quotidiano svizzero Neue Zürcher Zeitung

18/07/2022 di Redazione

Between Superheroes and Villains: The Power of Memes in the Ukraine War è il titolo di un articolo che è stato pubblicato dal quotidiano svizzero Neue Zürcher Zeitung. A corredo di questo pezzo, la redazione ha scelto di inserire una immagine del presidente russo Vladimir Putin con un naso da clown. E questa scelta non è piaciuta alle istituzioni di Mosca che, attraverso i loro organi diplomatici, hanno trasmesso il loro dissenso esattamente all’ambasciata russa in Svizzera.

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Putin con naso da clown, l’ambasciata russa contro il quotidiano svizzero

Le rimostranze dell’ambasciata russa in Svizzera sono arrivate attraverso una lettera, in cui i diplomatici del Cremlino chiedevano fermamente un intervento delle forze di giustizia della confederazione, riservandosi di adire le vie legali. Il resto è stato rappresentato da un messaggio dai toni minatori, in cui si fa presente che la libertà di espressione del pensiero non possa essere una scusa per veicolare fake news. Oltre al naso da clown, sul volto di Putin comparivano anche i colori della bandiera arcobaleno, simbolo delle rivendicazioni Lgbt. Anche quest’ultimo aspetto era stato fermamente condannato dall’ambasciata russa in Svizzera.

In più, non solo l’immagine è stata oggetto di contestazione, ma anche la descrizione – interna all’articolo – di Putin come un criminale di guerra. Non è la prima volta che le ambasciate russe nei Paesi occidentali intervengono sulla stampa dei Paesi stessi. E in Italia ne sappiamo qualcosa: ricorderete senz’altro la conferenza stampa dell’ambasciatore russo Sergey Razov davanti a Piazzale Clodio, in cui aveva annunciato la querela nei confronti de La Stampa e di Domenico Quirico, accusati di auspicare l’assassinio di Putin stesso. La procura ha stabilito, in quel caso, che non c’erano gli estremi per procedere, dal momento che l’articolo non conteneva alcun auspicio, anzi allontanava di netto questa ipotesi che, stando alle parole del giornalista autore del pezzo, stava circolando in alcuni ambienti di intelligence.

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