La giornalista russa ha detto che resterà mentre altri fuggono per la nuova legge sulla censura di Putin

Yevgenia Albats, giornalista russa, ha dichiarato che continuerà la sua attività giornalistica in Russia nonostante la nuova legge sulla censura che forse le provocherà gravi conseguenze

15/03/2022 di Martina Maria Mancassola

Il 4 marzo Putin introduce una legge sulla censura che impone importanti limitazioni alla stampa, in primis quella di divulgare le informazioni sulla guerra in Ucraina al grande pubblico. La legge impedisce di nominare «guerra» l’invasione da parte della Russia del territorio ucraino, pena fino a 15 anni di reclusione. Non è la prima volta che Yevgenia Albats, caporedattrice del New Times, interviene per censurare pubblicamente l’attività criminosa di Putin sulla stampa e i mass media, ma oggi la giornalista pare essere realmente preoccupata per il futuro. Mentre Putin censura la stampa, molti giornalisti scappano dalla Russia per paura di ripercussioni.

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Putin censura la stampa introducendo una legge che limita fortemente la capacità giornalistica di divulgare notizie reali

La legge ha determinato importanti testate giornalistiche, come la CNN, la BBC e il New York Times, a mettere in pausa le loro attività giornalistiche in Russia. Sono molti i giornalisti che, infatti, hanno deciso di lasciare il paese invasore. Ma non tutti, perché Yevgenia Albats, giornalista russa e caporedattrice del New Times, ha dichiarato pubblicamente che rimarrà in Russia per continuare a riferire quel che sta accadendo in Ucraina, nonostante la nuova legge sulla censura introdotta da Putin e anche a costo di rischiare il carcere. Alla CNN ha dichiarato di non aver paura della nuova legge che limita l’attività giornalistica: «non sono una martire. Ma sento che qualcuno deve farlo», dichiara la Albats, intervenendo nuovamente per censurare la criminosa attività di Putin sulla stampa: «nessuno mi ha promesso che vivrò per sempre».

Solo qualche giorno fa la stessa aveva dichiarato: «non siate ciechi, è un dittatore, è un uomo pericoloso, punterà alla guerra in Europa. L’Ucraina è solo il primo esempio. Se nessuno lo fermerà, Putin andrà avanti. Stiamo parlando di Europa e il prezzo che l’Occidente pagherà sarà enorme», rivelando l’operazione di censura che Putin sta attuando per occultare la verità su quanto sta accadendo in Ucraina. Sono molti i video – pubblicati sul suo canale YouTube – della coraggiosa giornalista russa che sta rendendo noto quel che l’attività giornalistica sconta in questi giorni a causa della censura di Putin su mass media e stampa. La Albats esprime la paura di finire in prigione e, dunque, di dover stare attenta a riferire «con attenzione». In realtà, continua la giornalista, forse è «troppo tardi» per avere paura poiché le sue dichiarazioni sono già state rese note: «possono uccidermi», dichiara alla CNN.

Yevgenia Albats mostra profonda vergogna per le azioni intraprese in questi giorni dalla Russia, se si pensa che le tasse, sue e di tutti i cittadini, stanno finanziando «bombe che uccidono persone in Ucraina». Le dichiarazioni preoccupate della giornalista, tra l’altro, oltre ad essere più che giustificate, intervengono a poche ore dall’uccisione di un giornalista americano in Ucraina, Brent Renaud, video reporter colpito a morte dalle forze russe a Irpen, ad ovest di Kiev.

Foto IPP/Mikhail

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