Trovato il punto debole dei coronavirus grazie a uno studio della Sapienza

La ricerca coordinata dall'università romana insieme ad altri atenei italiani ha scoperto nei canali ionici lisosomiali Tpc il tallone d'Achille dei virus

29/10/2020 di Redazione

Trovato il punto debole dei coronavirus. A rivelarlo sarebbe uno studio coordinato dall’Università Sapienza di Roma, in collaborazione con altri atenei italiani, pubblicato su “Pharmacological Research” che avrebbe individuato nei canali ionici lisosomiali Tpc il punto debole dei virus.

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Il punto debole dei coronavirus e la speranza di prevenzione

La scoperta del punto debole dei coronavirus porta alla luce un nuovo bersaglio molecolare per il controllo dell’infezione e apre la strada a strategie innovative per la terapia medica di questo tipo di infezioni virali. A dare la svolta, l’intuizione del laboratorio dell’Unità di Istologia ed Embriologia medica diretto da Antonio Filippini del Dipartimento di Scienze anatomiche, istologiche, medico-legali e dell’apparato locomotore della Sapienza Università di Roma che ha capito che è possibile prevenire la proliferazione del Covid inibendo uno specifico bersaglio molecolare che è responsabile della progressione del virus appena entrato nella cellula. Come detto, il punto debole dei virus è stato identificato nei canali ionici lisosomiali Tpc, che sono oggetto di studio del gruppo di ricerca della Sapienza da anni e che possono essere inibito con la Naringenina, una sostanza naturale di agrumi e altri vegetali di uso alimentare. Un’ipotesi verificata creando ponti tra competenze di biologia cellulare e virologia, che hanno visto il coinvolgimento di virologi delle università di Roma e Milano. E proprio il gruppo di ricercatori del Laboratorio di Virologia della Sapienza guidato da Guido Antonelli, ha scoperto che il trattamento di cellule con Naringenina previene l’infezione di più di un tipo di coronavirus, bloccando quindi il progredire dell’infezione. Risultati a cui si è aggiunta la conferma ottenuta dal team del Laboratorio di Microbiologia dell’università Vita-Salute San Raffaeleche, alle stesse dosi, anche l’infezione di Covid-19 viene arrestata. A favorire una possibile applicazione terapeutica della Naringenina c’è poi il fatto che questa molecola è in grado di contrastare efficacemente la cosiddetta tempesta infiammatoria, che si scatena nel corso dell’infezione virale.

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