Dove erano i difensori delle «tradizioni» quando Zaia celebrava il Prosecco analcolico anche per il mercato islamico?
02/10/2019 di Enzo Boldi
Dopo aver fatto indigestione di tortellini fatti con carne di pollo, si può provare ad attivare la digestione con un buon bicchiere di prosecco analcolico. Il tutto certificato dal leghista Luca Zaia. Le polemiche sterili sono esplose nella giornata di martedì per via della decisione della Curia di Bologna di presentare anche (e questo ‘anche’ è la parola messa da parte da tutti i leoni da tastiere ultranazionalisti) una versione alternativa della famosa pasta ripiena tipica emiliana durante la festa patronale di San Petronio di venerdì 4 ottobre.
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I sovranisti hanno gridato allo scandalo perché era stata intaccata la tradizione per ‘accontentare’ gli islamici. Ovviamente si tratta di una pura strumentalizzazione dato che anche i non musulmani possono avere esigenze clinico-mediche che gli impediscano di mangiare carne di maiale. Ora, però, la domanda nasce spontanea: dove si trovavano tutti questi difensori della cultura culinaria italica quando, verso la fine del 2017, il leghista Luca Zaia brandiva entusiasta la novità di mercato chiamata prosecco analcolico?
Il prosecco analcolico per i musulmani promosso da Zaia
E, in quell’occasione, il governatore della Regione Veneto (uno dei leghisti più duri e puri) fece un esplicito riferimento agli islamici nella sua celebrazione di questo prodotto: «In questo modo si dà una risposta anche ai mercati, musulmani in particolare, là dove per fatti culturali o religiosi non si bevono prodotti alcolici. Qui stiamo parlando di una vendemmia analcolica coperta da un brevetto internazionale e quindi è un prodotto unico».
Il tortellino di traverso
Era l’inizio della vendemmia del 2017, esattamente due anni fa. Il prosecco analcolico faceva la sua comparsa sul mercato e Luca Zaia ha partecipato fisicamente al lancio di questo prodotto considerato un vanto per le colline del prosecco italiano. In quel momento, però, nessuno disse nulla (come ovvio e giusto). Ora, per una manciata di tortellini alternativi (né più né meno di quanti ne troviamo sugli scaffali dei banchi-frigo dei nostri supermercati) si è scatenata la difesa delle tradizione culinaria italiana. Come al solito le strumentalizzazioni politiche annebbiano più del vino. Ma, per fortuna, da due anni c’è il prosecco analcolico che non dà più scuse.
(foto di copertina: Carlo Perazzolo/Photojournalist/B & SPress/Bolzoni)