Il capo della Protezione civile consiglia di stare attenti alla «promiscuità in famiglia» | VIDEO
12/03/2020 di Redazione
Alla fine della conferenza stampa della Protezione Civile, c’è un passaggio del capo del dipartimento nazionale Angelo Borrelli che lascia perplessi per i suoi contenuti. Per far fronte all’emergenza coronavirus, infatti, il dirigente della Protezione Civile ha consigliato di evitare promiscuità in famiglia. Ma cosa vuol dire con questa espressione? Proviamo a spiegare, partendo dal contesto.
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Promiscuità in famiglia, il consiglio di Borrelli
#Borrelli dice oggi di mantenere la distanza di sicurezza pure in famiglia.
Questa cosa sarà valida per chi è a contatto con persone contagiate, ma è priva di senso per il resto della popolazione.
È PURO DELIRIO
♀️ pic.twitter.com/2nLi8hgwqs— Adriana Spappa (@AdrianaSpappa) March 12, 2020
Una collega di RaiNews24 ha fatto presente un aneddoto personale che le era capitato ieri sera: era stata sottoposta ad alcune domande di una pattuglia delle forze dell’ordine perché aveva portato il cane a fare i propri bisogni, accompagnata dal marito, in un parco nei pressi della sua abitazione. La giornalista ha chiesto se questo tipo di uscita fosse consentito. Il capo della Protezione Civile ha affermato che è legittimo portare il cane a espletare i propri bisogni, mentre ha avanzato qualche perplessità sulla presenza del marito.
«Anche io – ha detto Borrelli – in famiglia cerco di stare attento. Mi permetto di consigliare: mi rendo contro che in famiglia c’è una promiscuità e una vicinanza poiché si tende ad allentare le barriere. Ma un po’ di sana prudenza da questo punto di vista non fa male a nessuno».
Insomma, le prescrizioni della Protezione Civile riguardano anche i comportamenti da tenere in casa, quando si è in presenza di altri componenti della famiglia. Non bisogna, evidentemente, considerarlo un eccesso di prudenza, visto il crescente numero di casi. Anche se suona davvero strano sentire una frase che mai, in altre circostanze, avremmo sentito in un contesto pubblico. Ma, ormai, ci stiamo facendo l’abitudine.