Come fa una produzione italiana a entrare in contatto con un grande OTT
Le fasi che regolamentano il rapporto tra il team di produzione e il team della grande piattaforma. Dove avvengono i punti di contatto (e dove le incognite)
14/08/2024 di Gianmichele Laino
La quarta stagione di Boris ha provato a raccontare il mondo della produzione cinematografica italiana ai tempi delle grandi piattaforme OTT di livello internazionale. Ovviamente, sagacia e amare verità si sono susseguite sullo schermo, in una sorta di meta racconto (distribuito, tra le altre cose, proprio su una piattaforma OTT). Fuori dalla finzione cinematografica, però, c’è una realtà con cui fare i conti. Negli anni che sono appena trascorsi – in quella che in maniera abbastanza concorde è stata definita l’età dell’oro delle produzioni italiane – le piattaforme OTT hanno giocato un ruolo fondamentale all’interno del mercato. Ma come si interfaccia un grande player internazionale con una produzione italiana? Abbiamo provato a esaminare, raccogliendo alcune testimonianze, il processo che porta un film italiano nel catalogo di Amazon o di Netflix.
LEGGI ANCHE > Anche le piattaforme di serie tv e film puntano tutto sulla pubblicità
Produzioni italiane e OTT, l’iter
Innanzitutto, la presenza di un attore di fascia A o di un regista o di un autore di fama internazionale sembra essere una conditio sine qua non per attirare l’interesse di una big company come Amazon o Netflix. Ma ci sono anche altri fattori: ad esempio, le linee editoriali (basate sia sui generi, sia sui target di pubblico), a cui i produttori che fanno scouting di progetti cercano di conformarsi. Se in un determinato momento storico, le grandi piattaforme OTT preferiscono produzioni glocal, allora si cercherà di inseguire questa tendenza; al contrario, nel momento in cui queste dovessero decidere di puntare su produzioni di grande impatto per il pubblico nazionale, il produttore cercherà di condividere questa impostazione.
Le collaborazioni con le grandi piattaforme, comunque, si muovono lungo due solchi principali: ci sono prodotti original, che sono direttamente prodotti dalla piattaforma, e prodotti che vengono acquistato o pre-acquistati dalle piattaforme interessate a inserire il titolo nel proprio catalogo, sia con un contratto di esclusiva con quel film (che per un certo numero di anni verrà distribuito solo sulla piattaforma), sia con un contratto che non preveda per forza di cose l’esclusiva assoluta.
Ovviamente, le grandi piattaforme hanno una sezione italiana, ed è con questa che i produttori medio-piccoli devono interfacciarsi. Il responsabile dello streamer, che agisce nella selezione dei progetti, si comporta in maniera diversa. Nel caso del prodotto acquistato o pre-acquistato generalmente non interviene sull’ambito creativo. Con un original – a maggior ragione per le serie -, lo streamer è molto più esigente. Quando un regista lavora per una serie originale dello streamer, il suo lavoro è molto limitato (ci sono aneddoti, anche un po’ iperbolici forse, sul fatto che i registi non possono entrare in montaggio, cosa che, ovviamente, ridimensiona molto la sua visione); sicuramente, in questo caso, il regista è molto più vicino al ruolo dello shooter americano, che principalmente gestisce e organizza il lavoro sul set.
Promozione e trasparenza nei dati: i tasti dolenti
Non è sempre detto che con produzioni medio-piccole l’OTT garantisca uno sforzo promozionale. Spesso, sono i team di produzione a organizzare un tour nelle sale cinematografiche italiane, dove il regista presenta il film prima della proiezione in sala. Di sicuro ci sono dei prodotti più d’impatto e che hanno progetti di più largo respiro su cui, al contrario, lo sforzo promozionale è maggiore.
Per quanto riguarda i dati, c’è invece poca trasparenza. La SIAE sta facendo uno sforzo per ottenere più chiarezza da questo punto di vista, ma al momento la situazione è questa. Spesso, trascorre anche molto tempo prima che la produzione possa ottenere un compenso basato sulle riproduzioni dell’opera. Prima delle piattaforme, c’era un dato oggettivo rappresentato dal box office, che dava la dimensione del successo di un film. Adesso, considerando il ridimensionamento del ruolo della sala, diventa più difficile giudicare la riuscita commerciale di un film. E la sensazione è che questo sia uno dei primi elementi da regolare il prima possibile, affinché il rapporto tra le piattaforme OTT e i produttori possa continuare a essere sano.