La Consulta ha deciso: le coppie gay non possono accedere alla procreazione assistita

18/06/2019 di Enzo Boldi

Non è stato giudicato illegittimo il divieto di procreazione assistita per le coppie omosessuali. È quest quanto stabilito dalla Consulta che oggi, martedì 18 giugno, si è riunita oggi in camera di consiglio per discutere sul tema sollevato dai Tribunali di Pordenone e di Bolzano costituzionalità della legge n. 40/04, negli articoli in cui si vieta alle coppie gay di accedere alle tecniche di procreazione assistita.

Ancora non è stata depositato il testo ufficiale della sentenza, ma l’Ufficio stampa della Corte Costituzionale ha fatto sapere che, al termine della discussione odierne, tutte le questioni sono state dichiarate non fondate. Secondo i giudici della Consulta, quindi, è stato ritenuto che le disposizioni censurate non siano in contrasto con i principi costituzionali invocati dai due Tribunali.

Procreazione assistita, la Corte Costituzionale stoppa le coppie gay

Le mozioni portate avanti dai legali della difesa, quindi, non sono state accolte dalla Consulta che ha valutato legittimo quel provvedimento che impedisce alle coppie gay di accedere ai programmi di procreazione assistita. Non c’è discriminazione – secondo i giudici – e non si vìola alcun principio costituzionale di uguaglianza. Vince, dunque, la linea dell’Avvocatura di Stato che, come tesi principe, ha sostenuto che non c’è nessuna incostituzionalità nella legge n. 40/04 perché non si può parlare di un diritto a diventare genitori.

I due casi che hanno portato alla valutazione della Consulta

Il primo caso riguarda due donne che avevano chiesto di effettuare la fecondazione assistita in una struttura pubblica italiana. Secondo il legale della coppia, l’avvocato Maria Antonia Pili, «non si può obbligarle ad andare all’estero». L’altro ordinanza di rimessione alla Corte Costituzionale riguarda invece una coppia lesbica di Bolzano: una delle due donne non può avere figli per ragioni di salute e non può sostenere una gravidanza, la sua compagna potrebbe portarla a termine ma non produce ovociti. La Consulta doveva, quindi, decidere sul diritto di due donne di diventare madre, perché oltre al divieto di fecondazione medicalmente assistita per le coppie gay, la legge la vieta per chi è single e vieta la gestazione per altri.

(foto di copertina: ANSA/FUSCO)

Share this article