Probabile stop alla processione di San Gennaro: «Mai accaduto prima, neanche durante la guerra»

«Non è mai successo prima nella storia. Neanche durante le guerre». Queste le parole dello storico Paolo Jorio commentando il probabile stop della processione di San Gennaro a Napoli. Quello che nemmeno la guerra ha fermato potrebbe fermarlo il coronavirus, quindi. A Napoli la processione in occasione dei festeggiamenti del patrono, San Gennaro, è tradizione irrinunciabile. In programma per il primo sabato di maggio, si sta valutando di annullarla anche qualora l’obbligo di isolamento domiciliare rientrasse.

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Decisione ancora non ufficiale ma «il buon senso suggerisce lo stop»

Non è ancora stato deciso ufficialmente ma fonti interne alla Deputazione di San Gennaro confermano che la ragione e il buon senso suggeriscono di annullare. Nel corso della cerimonia religiosa che precede il prodigio della liquefazione del sangue del santo, infatti, sarebbe impossibile evitare il formarsi di assembramenti. Anche qualora il lockdown non dovesse proseguire la direzione che sta prendendo chi organizza e gestisce l’evento è quella di uno storico stop, come ha fatto notare Paolo Jorio, direttore del Museo del Tesoro di San Gennaro: «Nemmeno durante la guerra la processione delle reliquie è stata fermata».

Possibilità di San Gennaro a porte chiuse

Tra le possibilità vagliate rientra lo svolgimento della cerimonia solamente in chiesa e a porte chiuse. Come già previsto per le celebrazioni della Pasqua dal Vaticano, l’idea sarebbe quella di trasmettere l’evento in diretta televisiva, in assenza fisica dei fedeli. Secondo Riccardo Imperiali di Francavilla, membro della Deputazione di San Gennaro, la processione sarebbe da escludere per via dell’«inevitabile promiscuità della situazione, con tantissime persone gomito a gomito». La proposta è quindi quella di celebrare la cerimonia «nella Cappella con una processione simbolica all’interno, per non interrompere la tradizione».

Sulla fede prevale il buonsenso

Com’è giusto e logico che sia la tutela della salute viene prima di tutto, anche dell’esercizio della fede. Lo ha fatto notare anche Imperiali di Francavilla, sottolineando come «prevalere il rispetto delle misure e il buon esempio deve partire dalle istituzioni. Il nostro santo ci protegge anche senza la processione». E aggiungendo che «le preghiere del 2 maggio saranno tutte rivolte affinché finisca questa epidemia». In linea di massima, comunque, non è solo la città di Napoli a porsi il problema; un po’ tutte le diocesi stanno dando indicazioni di rinunciare alle feste patronali per rispetto delle misure di sicurezza del contenimento ma anche di coloro che stanno piangendo un familiare.

(Immagine dal servizio di Tv200 della processione di San Gennaro del 2018)

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