È capitato anche a voi che il farmacista o il medico vi abbiano parlato di problemi tecnici per le vostre ricette?

Da qualche settimana, in alcune regioni italiane, si sono riscontrati blocchi e rallentamenti del SAC, l'infrastruttura che consente la trasmissione digitale dei dati sanitari

04/11/2024 di Gianmichele Laino

Soprattutto se siete pazienti toscani, marchigiani o veneti, nelle ultime settimane potreste aver avuto problemi con l’erogazione delle ricette elettroniche, sia dai vostri medici di base, sia nelle vostre farmacie di fiducia. Un problema di natura tecnica, infatti, sta rallentando di molto il funzionamento della cosiddetta piattaforma Sac Sogei, il sistema di accoglienza centrale che smista i dati sanitari utili al centro unico di prenotazione e all’erogazione delle ricette dematerializzate. Il problema sta andando avanti da diverse settimane e – pare – non sia ancora stato risolto, tant’è che diverse associazioni di categoria (soprattutto in ambito farmaceutico) stanno scrivendo sia alla società partecipata, sia al ministero dell’Economia e della Finanza che la controlla per avere maggiori chiarimenti.

LEGGI ANCHE > La possibilità di ricevere le ricette mediche via sms o e-mail è stata prorogata di un anno

Problemi ricette elettroniche, cosa sta succedendo da qualche settimana

Le prime segnalazioni risalgono, ormai, quasi a un mese fa: era il 12 ottobre, infatti, quando dal Veneto medici di medicina generale e farmacie si sono trovati nell’impossibilità di utilizzare il sistema elettronico. I disservizi, poi, si sono estesi anche in Toscana (dove – circa dieci giorni fa – è stato segnalato addirittura un blocco totale e non un semplice malfunzionamento) e nelle Marche. Un problema a macchia di leopardo che dovrebbe essere stato causato dal meccanismo di funzionamento della piattaforma Sac e dal diverso stato di avanzamento dei collegamenti delle regioni a quest’ultima. I medici inseriscono nel sistema i dati dei pazienti e la prescrizione dei loro farmaci, ma queste informazioni non arriverebbero in farmacia, con la conseguenza – per i pazienti – dell’impossibilità di ritirare i farmaci. Molti, quindi, sono tornati alla vecchia ricetta rossa cartacea, rallentando un sistema che – da qualche tempo – aveva trovato una propria quadra grazie alla digitalizzazione del servizio.

Tra l’altro, da Sogei – che fino a questo momento non è intervenuta ufficialmente sull’argomento – non sono arrivate spiegazioni di natura tecnica rispetto a questi disservizi. Qualche giorno fa – prima del ponte festivo – Federfarma ha scritto una lettera alla società e al MEF: «Le farmacie, in quanto presidio sanitario deputato all’erogazione delle prestazioni farmaceutiche in regime di Ssn e a carico dei cittadini – si legge nella missiva di Federfarma  – si sono trovate in una condizione di gravissima difficoltà a fronte dell’impossibilità di accedere ai suddetti sistemi informatici, anche alla luce del fatto che tale circostanza ha pesantemente condizionato lo svolgimento dell’intera attività delle farmacie stesse». C’è preoccupazione – come vedremo in un altro articolo del nostro monografico di oggi – per l’estensione, dal 2025, del sistema della ricetta dematerializzata e per le prescrizioni di legge. «Com’è noto – rileva Federfarma -, infatti, la legge di bilancio 2025 prevede la dematerializzazione di tutte le ricette farmaceutiche, affidando alle Regioni il compito di assicurare l’attuazione di tale disposizione, assolutamente generica e priva delle indicazioni operative necessarie per garantire una corretta e regolare transizione verso il nuovo sistema».

Bisognerà capire le ragioni che hanno portato a questi disservizi e – soprattutto – le motivazioni per le quali questi stessi disservizi stanno andando avanti da troppo tempo. Non sembra ragionevole, infatti, che un problema di comunicazione dei dati sanitari (segnalato da molti e compromettente per le attività quotidiane di medici generali e delle farmacie) possa avere dei tempi così lunghi di soluzione. Se è vero, infatti, che non si tratta di un problema diffuso allo stesso modo su scala nazionale, è opportuno verificare localmente cosa sia successo ai sistemi sanitari di tre regioni come Veneto, Toscana e Marche.

Share this article
TAGS