ItaliaOnline e vendor esterno: quali sono le ipotesi sul down di Libero e Virgilio

Abbiamo provato a formulare degli scenari sulla base delle indicazioni fornite da ItaliaOnline a proposito del down dei due servizi di mail

26/01/2023 di Redazione Giornalettismo

C’è un punto fermo ufficiale, una serie di ipotesi e una verifica effettuata da Giornalettismo. Per capire cosa sta succedendo ai servizi di posta elettronica di Libero e di Virgilio, occorre senza dubbio leggere tra le righe del comunicato diffuso da ItaliaOnline nel tardo pomeriggio di ieri. La posizione ufficiale è legata a un problema relativo a un «bug del sistema operativo che ha compromesso il corretto funzionamento del sistema di storage fornito da un vendor esterno». I toni del comunicato diffuso sembrano indicare che questo passaggio a un nuovo sistema di storage sia avvenuto in tempi recenti e che abbia rappresentato un punto di svolta nella gestione del servizio. Visto che il vendor esterno è stato chiamato in causa, allora è opportuno capire in che termini possa essere imputabile a questo soggetto la responsabilità del down che, ormai, va avanti dalla tarda serata di domenica.

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Problemi ItaliaOnline, le ipotesi e le verifiche su quanto accaduto dal punto di vista tecnico

Lo storage è un servizio indispensabile quando si parla di posta elettronica. Si tratta del modo in cui vengono conservati i dati: messaggi e allegati. Il cloud storage permette di memorizzare questi dati, appunto, nel cloud, organizzando – cerchiamo di essere il più divulgativi possibile – dei luoghi virtuali gestiti da terze parti che possano essere adatti allo scopo. Al momento, i servizi di cloud storage più gettonati per gli utenti sono: Google Drive, Dropbox, OneDrive, iCloud, Amazon Cloud Drive. Le aziende, invece, utilizzano altri servizi come Amazon AWS, Google Cloud e Microsoft Azure: sono solo alcuni players del settore che, vista la forza del brand che portano con sé e visti gli investimenti tecnologici, sono leader del mercato.

Il fatto che ItaliaOnline abbia citato «un produttore di tecnologie di storage utilizzato da alcune delle più grandi società al mondo» lascia pensare che si tratti di uno dei più importanti operatori del settore. Anche perché, in base a una ricerca fatta sul pregresso, il partner tecnologico che ha offerto un servizio simile negli anni precedenti era Netapp. Contattata da Giornalettismo, però, l’azienda ha fatto sapere che questa collaborazione non è più in piedi. La nota ufficiale che ci è pervenuta recita: «La piattaforma storage su cui sta migrando in questi giorni ItaliaOnline, che gestisce la posta di Libero e Virgilio, non è NetApp. Possiamo presumere che la migrazione menzionata nelle varie comunicazioni sia verso una piattaforma di un altro fornitore».

Quando, però, un fornitore di livello internazionale ha un problema di carattere generale, questo va a impattare su una marea di altri servizi. Pensiamo al dicembre del 2021. A inizio mese, AWS ebbe un grave problema a livello centrale: il down della piattaforma di cloud computing e di hosting coinvolse servizi di streaming come Disney+ e Netflix, sull’internet delle cose, su diversi siti web (anche di grandi media). Insomma, fatte le dovute proporzioni, è difficile che il problema delle tecnologie di storage sia avvenuto a livello centrale. Si può dunque ipotizzare che il bug sia avvenuto nel punto di congiunzione tra il vendor esterno e ItaliaOnline: una sorta di incompatibilità che era stata sottovalutata o non prevista. Trattandosi di un servizio delicato – che prevede la gestione di milioni di dati personali – è possibile che i lunghi tempi di ripristino siano dovuti ad approfondimenti e verifiche necessarie a escludere dispersioni.

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