Ma se la Calabria è chiusa in entrata e in uscita, come hanno fatto tutte quelle macchine a raggiungere lo Stretto?

Emergenza coronavirus in pieno svolgimento, decreti che impediscono – sia a livello nazionale, sia nelle singole regioni – di spostarsi da una regione all’altra d’Italia (addirittura da un comune all’altro, in virtù del dpcm del 22 marzo 2020), eppure le file a Villa San Giovanni per l’imbarco dei traghetti che arrivano in Sicilia sono presenti e sono state documentate in alcuni scatti pubblicati sulla propria pagina Facebook dal governatore siciliano Nello Musumeci. Ci sono stati evidenti problemi controlli Calabria.

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Problemi controlli Calabria alla base delle code all’imbarco per la Sicilia?

Come è possibile, infatti, che tutte quelle macchine abbiano attraversato la regione, in presenza di un’ordinanza – firmata nella giornata di ieri – dalla presidente della regione Jole Santelli: «Ho appena firmato una ordinanza che prevede, con decorrenza immediata e fino al 3 aprile 2020,  il divieto di ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dal territorio regionale – ha comunicato nella giornata di ieri -. Si potrà entrare o uscire dalla Calabria solo per spostamenti derivanti da comprovate esigenze lavorative legate all’offerta di servizi essenziali oppure per gravi motivi di salute».

Vista la decorrenza immediata del provvedimento, c’è stato senz’altro qualcosa che non ha funzionato per tutta la giornata di ieri, fino alla mezzanotte, quando il presidente della Sicilia è intervenuto con un post molto duro nei confronti delle file che si stavano creando all’imbarco dei traghetti. In più, occorre sottolineare che gli accessi via mare alla regione siciliana sono contingentati e che ci si può imbarcare soltanto previo invio di una mail agli uffici competenti.

Problemi controlli Calabria, ma i lavoratori possono viaggiare

«Ho appena avuto conferma dalla prefettura di Messina che saranno ulteriormente intensificati i controlli sullo Stretto – ha scritto Musumeci sui social network -. Possono passare, alla luce del provvedimento nazionale, SOLO i pendolari che svolgono servizio pubblico, come sanitari, forze armate e di polizia. BASTA. Stiamo facendo sacrifici enormi e bisogna dare certezze a tutti i cittadini che questa fase è seguita con impegno».

Occorrerà stabilire, dunque, quanti veicoli erano in fila per comprovate esigenze e quanti, invece, in maniera non conforme alle disposizioni.

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