Il primo decreto sicurezza di Salvini è incostituzionale perché «nega l’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo»
09/07/2020 di Ilaria Roncone
Negare l‘iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo è illegittimo perché viola l’articolo 3 della Costituzione secondo cui «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali». Arriva la conferma dalla Consulta appena prima delle modifiche dei decreti di Salvini, che sono stati giudicati «irragionevoli».
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Decreto sicurezza viola l’articolo su pari dignità sociale e uguaglianza di fronte alla legge
Non si può vietare ai richiedenti asilo di iscriversi all’anagrafe poiché viola dei basilari diritti sanciti dalla nostra Costituzione. Negli scorsi mesi ci sono state tante sentenze e tante corti d’appello che hanno accolto il ricorso di immigrati ordinando ai Comuni di iscriverli presso le liste anagrafiche e oggi arriva la conferma dalla Consulta: il primo decreto sicurezza voluto da Matteo Salvini è anticostituzionale. I tribunali di Salerno, Ancona e Milano avevano sollevato la questione di illegittimità è questo verdetto, oggi, ha un valore particolare poiché arriva nei giorni di modifica dei decreti sicurezza.
Nella bozza di Lamorgese l’articolo scompare
Nel uovo provvedimento preparato da Lamorgese questo articolo non c’è più. Con il nuovo provvedimento l’iscrizione all’anagrafe sarà nuovamente possibile per i richiedenti asilo che – da due anni a questa parte – non hanno potuto godere di tutta una serie di diritti che dovrebbero essere sanciti dalla Costituzione, a partire dal diritto alle cure mediche. La norma è stata definita «irragionevole» dalla Consulta, con l’Ufficio stampa della Corte che ha reso nota la «violazione dell’articolo 3 della Costituzione sotto un duplice profilo».
Decreto sicurezza Salvini doppiamente incostituzionale
Perché incostituzionale sotto un duplice profilo? Innanzitutto per «irrazionalità intrinseca, poiché la norma censurata non agevola il perseguimento delle finalità di controllo del territorio dichiarate dal decreto sicurezza», ergo la norma non facilità il lavoro di chi deve occuparsi di garantire sicurezza sul territorio italiano (proprio come vorrebbero i decreti sicurezza del leghista, appunto). Viene inoltre evidenziato dalla Corte Costituzionale come il decreto sicurezza favorisca una «irragionevole disparità di trattamento, perché rende ingiustificatamente più difficile ai richiedenti asilo l’accesso ai servizi che siano anche ad essi garantiti».
(Foto copertina dal profilo Facebook di Salvini)