“Prima i sammarinesi”, le parole del più giovane capo di Stato di San Marino
23/03/2018 di Redazione
Matteo Ciacci, 27 anni, è il più giovane capo di Stato di San Marino e del mondo. In un’intervista rilasciata a La Stampa ha dichiarato, tra le altre cose, di ispirarsi a Sandro Pertini, uno dei simboli politici più amati dagli italiani, e di volere incentivare l’assunzione di autoctoni sanmarinesi a dispetto dei 4mila stranieri italiani che lavorano nella città-Stato.
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Parole che appartengono all’era della post-ideologia, come lui stesso ha ammesso:
Quello da cui provengo è un movimento civico che non ha una connotazione ben definita. Con l’assunzione dell’incarico di capitano reggente (ce ne sono due, ndr) però rappresenterò tutto il Paese. La nostra Repubblica sta vivendo una fase molto complessa di adeguamento agli standard internazionali sulla trasparenza bancaria e finanziaria. La reggenza è un’istituzione antichissima e super partes, nonostante la mia giovane età cercherò di affrontare con rispetto e massimo impegno un ruolo di massima responsabilità e garanzia per il Paese. Il movimento da cui provengo non si è mai paragonato a un gruppo politico italiano: abbiamo lavorato sui temi, a cominciare dalla riforma del mondo del lavoro. E in passato abbiamo anche proposto un reddito minimo garantito per chi ha esaurito gli ammortizzatori sociali e si impegna a fare i colloqui di lavoro
Se questo non è un endorsement nei confronti del M5S, poco ci manca. Ciacci ha anche dichiarato che un problema con gli italiani che lavorano a San Marino c’è, essendo 4mila su una popolazione totale di 32mila abitanti: “Le imprese naturalmente possono assumere chi vogliono, ma sono incentivate se assumono dei sanmarinesi. È una sorta di tutela per il lavoro interno, una piccola forma di protezione che consiste in 4-5% di contributi in meno”. Anche qui se non si notano posizioni simili alla Lega, poco ci manca.