Che dice Giorgia Meloni del sedere di Priamo Bocchi su Zoom?
Il coordinatore di Fratelli d'Italia a Parma ha espresso "dissenso contro la legge Zan" modificando lo screen di una riunione nella quale si discuteva di femminicidio
24/11/2020 di Ilaria Roncone
Priamo Bocchi è il coordinatore di Fratelli d’Italia a Parma e quello di cui parliamo oggi è solo l’ultimo dei tanti post che riguardano il femminismo e la comunità LGBTQ che pubblica. L’apice è stata la pubblicazione di uno screen della discussione del Consiglio comunale di ieri sulla mozione Buetto che da sostegno all’approvazione della proposta di legge “Misura di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere” modificato: al posto di uno dei partecipanti senza telecamera compare un sedere. Il post è stato rimosso e Bocchi ha deciso – indignato – di chiudere il proprio profilo Facebook per non «subire il linciaggio di offese, odio e ingiurie» di quello che definisce «esercizio di satira politica».
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Priamo Bocchi sedere: fotomontaggio contro chi vuole discutere di femminicidio
Il messaggio è chiaro anche se non ci legge il post. Questo è quello che l’esponente di Fratelli d’Italia definisce «esercizio di satira politica»: umiliare pubblicamente tutti quei colleghi che partecipano al Consiglio comunale il cui scopo è quello di combattere discriminazioni e violenza sulla base del sesso, del genere, dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Priamo Bocchi ha trovato divertente fingere che un hacker abbia «fatto irruzione nel consiglio comunale di Parla a distanza!». Non contento del post – che ora è stato cancellato – ha anche fatto l’offeso su Facebook informando tutti quelli che lo seguono che chiuderà il profilo (cosa che ancora non è stata fatta, con la pubblicazione di successivi post).
Cosa dice Giorgia Meloni del sedere di Priamo Bocchi?
Il primo cittadino di Parma, Federico Pizzarotti, ha domandato un parere di Giorgia Meloni chiedendo conto di quel post di Bocchi pubblicato ieri pomeriggio: «Ci dica se questo è il pensiero squallido di Fratelli d’Italia o solo del signor Bocchi». Da offeso Bocchi e passato a scusarsi ammettendo di aver «probabilmente sbagliato qualcosa e per questo non ho difficoltà a chiedere scusa a chi si è sentito offeso per il mio post». L’intenzione era quella di «contestare la Legge Zan, che ritengo inutile a fronteggiare il fenomeno della violenza e delle discriminazioni di genere e invece pretesto per limitare la liberta di pensiero e di espressione». Se davvero il ddl Zan potesse limitare un’espressione così irrispettosa del dissenso rispetto a una tematica delicata come la violenza sulle donne – definita «più ironica e divertente che offensiva» – avremmo già fatto un bel passo avanti.