La bufala dei feti abortiti nel vaccino durante l’omelia del prete
Il prete in provincia di Benevento ha detto ai suoi fedeli di non credere nel vaccino definendolo «porcheria fatta anche con gli aborti»
25/01/2021 di Ilaria Roncone
Il video dell’omelia del prete nella chiesa di Paduli, in provincia di Benevento, è diventato virale. Don Francesco, durante una celebrazione, definisce il vaccino anti Covid «una porcheria» accusando il sistema. Il discorso del prete vaccino feti abortiti è stato fatto davanti a decine di fedeli, persone che – probabilmente – saranno anche in età avanzata e vedranno in quell’uomo una fonte affidabile. Anche il sindaco del paese di è dissociato da quanto detto, definendo le parole del sacerdote «avventate» e precisando che «il vaccino è l’unica strada per la salvezza».
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Prete vaccino feti abortiti: la bufala durante l’omelia
Ecco che il prete domanda ai fedeli: «Pensate che questi che stanno inventando i vaccini lo fanno per il vostro bene? E pensate che dopo che vi hanno iniettato questa porcheria fatta anche con gli aborti non potete più morire? Vedete cosa è successo a quell’uomo rientrato a casa dopo un vaccino e morto per infarto. Pensava che si era salvato, il giorno dopo lo hanno messo nella bara». Viene da chiedersi che giornali legga o su quali social si informi il prete, considerato che alimenta – con questo suo discorso – una delle più grosse bufale frutto di disinformazione sul vaccino.
Perché si tratta di disinformazione
No, nel vaccino non ci sono feti abortiti. La questione è diversa e coinvolge anche altri farmaci oltre i vaccini (come quelli contro artrite reumatoide, emofilia e fibrosi cistica); in alcuni casi si utilizzano linee cellulari umane che derivano dalla donazione libera di feti volontariamente abortiti. Tra gli esempi più noti ci sono la WI-38, che deriva dalla donazione di una donna svedese fatta nel 1962 o – ancora – la 293T ottenuta dai tessuti del rene di un feto dopo un aborto fatto negli anni ’70 nei Paesi Bassi. Queste linee cellulari possono moltiplicarsi ed essere distribuite ai laboratori che ne fanno richiesta – senza quindi la necessità di ulteriori aborti – e ci sono anche linee cellulari che derivano dagli animali.