Premio Sakharov all’opposizione biellorussa: «Hanno dalla loro ciò che la forza bruta non potrà mai sconfiggere»

Così David Sassoli ha annunciato il vincitore del premio per la libertà di pensiero e la difesa de diritti umani

22/10/2020 di Ilaria Roncone

 

Chiunque abbia seguito la storia recente della Bielorussia, anche solo vedendo immagini e video sui social, non fatica sicuramente a crederlo. Il riconoscimento dato dal Parlamento europeo per la libertà di pensiero e la difesa de diritti umani – il premio Sakharov – quest’anno è andato all’opposizione in Bielorussia perché «dal loro lato hanno qualcosa che la forza bruta non potrà mai sconfiggere: la verità». Il 2020 segna il riconoscimento da parte dell’Europa «alle donne e agli uomini dell’opposizione democratica bielorussa».

LEGGI ANCHE >>> Boldrini, Fiano e Quartapelle bloccati in aeroporto perché «sgraditi in Bielorussia»

L’Europa all’opposizione bielorussa: «Non abbandonate la battaglia, siamo dalla vostra parte»

Il gruppo dell’opposizione, rappresentato da Svetlana Tikhanovskaja, è composto da donne e uomini che «si sono dimostrati forti di fronte a un avversario molto potente». Le parole del presidente dell’Assemblea David Sassoli sono lusinghiere e incoraggianti assegnango il premio istituito nel 1998 e parlando del massimo sostegno dall’Europa ai cittadini bielorussi: «Non abbandonate la vostra battaglia noi siamo dalla vostra parte». A proporre l’opposizione bielorussa come vincitrice del premio sono state le maggiori forze politiche in Parlamento ovvero Socialisti e democratici, Renew Europe e il Partito popolare europeo. A concorrere con l’opposizione bielorussa per il premio erano rimasti l’arcivescovo di Mosul, Mgr Najeeb Moussa Michael – candidato dai sovranisti, compreso il gruppo della Lega – e gli ambientalisti e attivisti Guapinol e Berta Caceres – appoggiati dai Verdi -.

La valenza politica del premio opposizione bielorussa

Vista la situazione che da mesi prosegue in Bielorussia, il gesto dell’Europa è solo un’altra, ulteriore conferma che L’Unione è schierata apertamente con i manifestanti e contro il regime di Lukashenko, leader di cui non riconosce la rielezione poiché le votazioni dello scorso 9 agosto sarebbero state truccate. Di qualche giorno fa è la notizia che l’Unione ha cominciato a sanzionare le maggiori personalità del regime – una quarantina finora – che avrebbero avuto un ruolo attivo nella repressione e nei brogli. L’Unione sta preparando una seconda ondata di sanzioni che potrebbero arrivare a colpire lo stesso dittatore se non dimostrerà di ascoltare il popolo e di comportarsi di conseguenza.

Share this article