Governo M5S-Lega, meno uno al nome del premier: la situazione

Non si arretra di un millimetro. Ai gazebo del Carroccio, nella giornata di ieri, non si è fatto altro che parlare del nome del premier M5S-Lega che nella giornata di domani sarà indicato a Sergio Mattarella nell’incontro al Quirinale con i partiti che ambiscono a ottenere l’incarico di governo. Luigi Di Maio e Matteo Salvini restano fermi sulle proprie posizioni. E se per il leader verde la scelta non può ricadere né su di lui, ma neanche sul collega pentastellato, il numero uno del Movimento in fondo ci spera ancora.

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Premier M5S-Lega, la situazione a un giorno dalla comunicazione del nome

Di Maio si fa forte della volontà di Mattarella – trapelata anche nei giorni scorsi – sul fatto che il presidente del Consiglio sia una persona che, nei giorni della trattativa sul contratto di governo, si sia seduta al tavolo. Non un mero esecutore delle volontà dei due partiti, insomma, ma un vero e proprio attore protagonista.

Per questo, fino a domani mattina – momento dedicato a un nuovo incontro tra i due leader giallo-verdi -, il capo politico del Movimento 5 Stelle spererà ancora. Irremovibile, invece, la Lega: il nome, secondo i fedelissimi di Matteo Salvini, deve uscire sì dalle fila pentastellate, ma non può essere quello «forte» di Di Maio. Così facendo, insomma, si darebbe un’impronta troppo di parte al nascente governo e la stella del campano andrebbe inevitabilmente a offuscare quella di Salvini.

Premier M5S-Lega, i due professori in lizza

L’alternativa è rappresentata da nomi vicini al Movimento 5 Stelle, ma di seconda fascia o addirittura esterni al partito. In quest’ultima direzione ci si orienta quando si propongono Giuseppe Conte e Andrea Roventini. Entrambi accademici, sono graditi a Matteo Salvini. Conte è docente di diritto privato all’università di Firenze, esperto di pubblica amministrazione. In campagna elettorale era stato indicato più volte da Di Maio come possibile ministro, ma per lui – visto anche il gradimento della Lega – ora si prospetta un incarico dalla maggiore responsabilità. Il suo è l’unico nome, uscito da qualche tempo, che ancora resiste senza venire bruciato: un indizio non da poco.

Parte poco staccato Andrea Roventini, professore associato al Sant’Anna di Pisa. Figura di spicco, profilo accademico, Roventini è giovane e promettente. «Keynesiano eretico» – come ama definirsi -, ha lavorato con il premio Nobel John Stieglitz. La crescita viene utilizzata come il suo mantra: Di Maio aveva ritagliato per lui il ruolo di ministro dell’Economia. Gli scenari che si stanno profilando potrebbero essere diversi.

Premier M5S-Lega, i politici del Movimento 5 Stelle

I profili fin qui descritti, in ogni caso, sono i più «tecnici» tra quelli a forte impronta politica. Per questo motivo, il desiderio del presidente della Repubblica di inserire alla guida di un governo politico un uomo di partito potrebbe far ripiegare verso altre soluzioni. Restano in piedi i nomi di secondo piano del Movimento 5 Stelle: Riccardo Fraccaro e Vincenzo Spadafora. Luigi Di Maio, tuttavia, ci spererà sempre. Fino all’ultimo momento.

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