Prada ha un problema di razzismo

Dopo la disastrosa campagna pubblicitaria cinese di Dolce & Gabbana, adesso è Prada ad essere coinvolta in un polverone razzista: le critiche per le bambole a forma di scimmia hanno obbligato il brand a fare delle scuse ufficiali e ritirare i gadget dal mercato.

Prada, i gadget razzisti che ricordano Little Black Sambo

La collezione «Pradamalia» prevedeva portachiavi e bambole giocattolo raffiguranti delle scimmiette. L’uso al passato è d’obbligo: i gadget hanno causato diverse polemiche, tanto che sono state ritirate dal mercato. La colpa sta nella somiglianza con Little Black Sambo, personaggio di un libro per bambini del 1899 scritto e illustrato da Helen Bannerman. Sebbene l’intenzione dell’autrice al tempo fosse stata quella di ritrarre le persone di colore in maniera positiva, in controtendenza con gli stereotipi del tempo che dipingevano le persone di colore come incivili e ineducati, con il tempo Little Black Sambo diventò oggetto di discussione, sopratutto lungo il 20° secolo. Il personaggio veniva raffigurato infatti in stile “pickaninny“, un termine americano che indica le caricature razziste che, secondo lo studioso Robin Bernstein, rispondono a tre requisiti:«la figura è sempre giovanile, sempre di colore, e sempre resistente se non immune al dolore». Un parallelismo che Prada non si aspettava quando ha messo in commercio i suoi gadget a forma di scimmietta.

Prada e il razzismo, la denuncia sui social

A denunciare per prima l’offesa è stata Chinyere Ezie, avvocato del New York Center for Constitutional Rights, che su Facebook ha preso di mira sopratutto le bambole “Otto” e “Toto”. «Quando ho chiesto a un dipendente di Prada se erano consapevoli di aver intonacato il loro negozio con le immagini di “Blackface”  – scrive Ezie nel post diventato virale – mi è stato risposto, in un momento di sorprendente candore , che un dipendente di colore aveva precedentemente fatto le stesse lamentele, e non ha lavorato più lì». Su Twitter l’avvocatessa ha poi continuato a commentare la notizia, scrivendo che «se Prada avesse persone di colore nel proprio staff in posizioni rilevanti, #boycottprada non sarebbe mai diventato realtà» aggiungendo che questo episodio è solo «un altra annotazione sul perché la diversità e importante».

Una posizione ripresa anche dall’artista hip hop Talib Kweli che su Instagram ha preso di mira la descrizione ufficiale dei gadget. «Così Prada ha ingaggiato un team di ricercatori per inventare creature misteriose che hanno” DNA Prada “(qualunque cosa voglia dire)» scrive commentando i termini di descrizione dei gadget «e le piccole bambole” sambo ” è quello che sono riusciti a inventarsi? Credo che pensino che viviamo tutti nello stesso mondo fantastico e che tutti abbiano ancora tempo per giocare con le bambole … »

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Prada si scusa per i gadget razzisti

Intanto, #BoycottPrada è diventato un hashtag di tendenza in tutto il mondo, coinvolgendo anche l’Italia. Non proprio una mossa positiva prima delle spese natalizie. Nel tentativo di rattoppare il danno, Prada ha rilasciato un comunicato ufficiale di scuse su Twitter. «I Pradamalia sono dei portafortuna fantasiosi frutto della creatività di Prada, sono creature immaginarie che non intendono avere alcun riferimento al mondo reale e certamente non al blackface» si legge nella dichiarazione della compagnia affidata a Twitter. «Prada Group non ha mai avuto l’intenzione di offendere nessuno e aborriamo tutte le forme di razzismo e di immagini razziste» continua il brand, spiegando che proprio per difendere questa posizione «ritireremo tutti i personaggi in questione».

(Credits immagine di copertina: twitter Chinyere Ezie)

 

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