Povia: «Frequento i bar e i vecchi comunisti dicono di rimpiangere Berlusconi»
04/03/2019 di Enzo Boldi
Negli ultimi giorni è diventato virale sui social un suo video in cui canta il mutande verdi la sua canzone ‘Era meglio Berlusconi’ durante la trasmissione Notizie Oggi Lineasera su Canale Italia 83. Giuseppe Povia è tornato a raccontare la genesi di quel suo brano, spiegando di come sia la voce di un vecchio elettore del Partito Comunista che, guardando lo sfacelo della politica al giorno d’oggi, si spinge addirittura oltre a un sentimento nostalgico nei confronti dell’ex Presidente del Consiglio e leader di Forza Italia.
La sua prestazione in mutande risale, in realtà, al 2017 ma il clamore mediatico è arrivato solo di recente grazie a diverse condivisioni sui social. Un’esibizione che ha riportato in auge il suo nome dopo diverse polemiche per le sue scelte e dichiarazioni politiche e social.
Povia sbeffeggia i comunisti che rimpiangono Berlusconi
«La canzone è satira – ha spiegato Povia a Libero – e a dire che era meglio Berlusconi è un vecchietto comunista, oltre ai dati della disoccupazione che all’epoca era intorno all’8%. Io sono un frequentatore del bar e sento sempre dire da persone sobrie che si stava meglio… quando si stava un po’ meglio». Poi spiega quella sua esibizione televisiva: «Non sono i grillini ad averci ridotto in mutande, o almeno è troppo presto per giudicare un governo. In mutante ci siamo da quando l’Italia andò in vacanza a Maastricht».
La soluzione per combattere l’immigrazione: ridurre le nascite
C’è spazio anche per l’esaltazione della politica sui migranti di Matteo Salvini, citando un suo brano dal titolo ‘Immigrazia’: «La canzone è ispirata a un pensiero di Marx sull’immigrazione irlandese – spiega Povia -. Quanto all’Italia, i porti non sono chiusi, c’è solo più controllo. E se togliessimo 35 euro a migrante, non so quanti sarebbero più accoglienti. Il piano globale è impossibile da fermare a meno che non si agisca sul controllo della crescita demografica».
(foto di copertina: ANSA/CLAUDIO ONORATI/on)