Abbiamo scherzato: se un calciatore è positivo, la Serie A non si fermerà
12/06/2020 di Redazione
Con questa nuova norma, la Serie A si concluderà quasi sicuramente. Quello che lascia perplessi, invece, è il discorso relativo alla sicurezza dei calciatori e dei team tecnici delle varie squadre. La notizia, infatti, è che – anche se un calciatore dovesse risultare positivo al coronavirus – l’intera squadra non sarà costretta a fermarsi per i 14 giorni della quarantena. Sarà soltanto il calciatore o il membro dello staff tecnico risultato positivo a chiudersi in isolamento, ovviamente anche se asintomatico.
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Positivi Serie A, cambia la norma
Si tratta delle nuove prescrizioni del Comitato tecnico-scientifico, che ha accolto le richieste della Figc che le aveva presentate sul modello della Bundesliga tedesca, dove viene applicato questo protocollo. Fino a questo momento, invece, la positività di un calciatore avrebbe comportato lo stop per l’intera squadra, con ripercussioni inevitabili sul resto della Serie A. Con una o più squadre ferme ai box a causa del coronavirus, infatti, sarebbe stato praticamente impossibile portare a termine la competizione.
L’ipotesi, invece, adesso si rende sempre più concreta e questa Serie A 2019/2020 così tormentata potrà emettere il suo verdetto sul campo. In caso di un calciatore positivo, prima di ogni match verranno eseguiti i tamponi, con un lasso di tempo di anticipo di almeno 4 ore. Questo per permettere alla squadra di fermare altri calciatori eventualmente positivi.
Occorrerà attendere una reazione da parte dei calciatori, diretti interessati dal provvedimento. Se uno di loro dovesse risultare positivo, verrebbe singolarmente tutelato, mentre il gruppo sarebbe più esposto. In ogni caso, ad abbassare il più possibile la soglia di rischio saranno i provvedimenti che, in questa fase, sono stati presi dalle singole società nel corso dei momenti di raduno pre-partita e nel corso degli allenamenti.