Salvini difende il video della polizia penitenziaria in cui gli agenti si esercitano a ‘trascinare’ i colleghi e a sparare
09/12/2019 di Redazione
Un esposto del garante dei detenuti aveva messo in risalto un aspetto relativo a un video che, da qualche tempo, circola in rete e riguarda la Polizia Penitenziaria. Nelle immagini, poco meno di cinque minuti, si vedono gli agenti mettere in atto un addestramento molto fisico, il tutto sottolineato da riprese scenografiche e da musiche emozionali.
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Polizia Penitenziaria, il video contestato
Nel video, gli agenti della penitenziaria trascinano i propri colleghi, dando prova di sforzo fisico, si allenano a sparare anche in condizioni difficili, mostrano i muscoli e fanno vedere più volte le loro armi in dotazione. Il carcere non compare mai, ma si vedono esclusivamente esercitazioni avvenute in esterna.
Una gestione delle immagini che non è piaciuta al garante che, per questo motivo, ha scritto una lettera al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, sotto la cui giurisdizione ricade proprio la polizia penitenziaria. Nella comunicazione inviata al guardasigilli si legge: «Il ruolo di questi servitori dello Stato, troppo spesso dimenticati, non si limita alla sorveglianza, ma comprende il fare in modo che i detenuti abbiano un percorso di rieducazione che li porti a non delinquere più. Di questo aspetto – il principale – sottolineato dal Guardasigilli non c’è però traccia nel filmato realizzato con personale del penitenziario milanese di Opera e, sembra, qualche figurante, nel quale compare il logo di questa branca di polizia che conta circa 38.000 arruolati».
Le reazioni di Salvini al video della polizia penitenziaria
Il filmato non è piaciuto, dunque. Ma subito il Sappe – sindacato autonomo di polizia penitenziaria -, alcuni quotidiani e lo stesso ex ministro dell’Interno Matteo Salvini hanno difeso gli agenti e il corpo della polizia penitenziaria. In modo particolare, il leader della Lega si è schierato senza se e senza ma al loro fianco: «Solidarietà alla Polizia Penitenziaria: in un Paese normale ci si scandalizzerebbe per le aggressioni alle Forze dell’Ordine, che invece vengono attaccate di continuo».