Le PMI italiane hanno resistito in pandemia e sono in ripresa grazie alla digitalizzazione

La digitalizzazione e la possibilità di utilizzare determinate piattaforme ha tenuto in piedi buona parte delle PMI durante la pandemia

07/11/2022 di Ilaria Roncone

In un momento in cui le PMI sono in ripresa e vanno sempre più digitalizzandosi, i social contano parecchio per il business delle piccole imprese: questo è quanto emerge da una ricerca Ipsos congiunta con Meta in cui sono state fotografate le piccole e medie imprese anche nostrane anche a livello di digitalizzazione. Il lavoro ha coinvolto 43 paesi (tra cui figura l’Italia) e ha previsto l’analisi sugli strumenti digitali maggiormente utilizzati, come vengono declinati per scopi commerciali e quale sia il valore percepito dalle PMI. Tra i dati più interessanti emersi da questo studio delle PMI italiane c’è un 22% di imprese che dichiara di aver fatto cambiamenti sostanziali a livello di business dopo la pandemia e il 66% attribuisce a Meta e alle sue piattaforme il merito di aver reso la loro attività più forte e redditizia.

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PMI italiane e social network come fattore abilitante del livello di digitalizzazione

Questo quanto emerge dal rapporto IPSOS, che ha fotografato la situazione delle imprese in seguito alla pandemia. Con la chiusura forzata dei luoghi fisici, infatti, l’accento è stato obbligatoriamente posto sulla centralità e sulla crescita digitale di piccole e medie imprese. La campagna “Le Idee Migliori Meritano di Essere Scoperte” è stata pensata per dare visibilità a piccole e medie imprese e proprio per questo a Ipsos è stato commissionato uno studio sulla digitalizzazione delle PMI per un totale di 37.800 intervistati in 43 paesi del mondo, quasi un mese di lavoro con persone adulte over 18 classificate come fondatori, proprietari, dirigenti o senior manager di piccole e medie imprese (intese come quelle con 250 o meno dipendenti).

I dati relativi alle imprese italiane

Il 45% delle imprese in Italia afferma di non riuscire a prosperare, ovvero di sopravvivere. Di queste, le nostrane che fanno fatica a sopravvivere sono il 19% e l’8% è stato colpito da chiusure permanenti durante la pandemia. Spostare tutto o la maggior parte dell’attività online ha garantito la sopravvivenza dall’inizio della pandemia: «Il 22% delle PMI italiane dichiara di aver adottato dei cambiamenti nel modello di business dopo la pandemia; numeri decisamente più alti in Germania (30%), Sudafrica (43%), Nigeria (50%), Egitto (61%), dove la digitalizzazione corre assai più veloce», si legge nello studio.

Il 60% delle attività italiane che utilizza strumenti digitali ha affermato che, durante la pandemia, non avrebbero potuto continuare a rimanere aperte senza l’utilizzo di strumento digitali. Senza strumenti digitali durante la pandemia, inoltre, ben il 66% delle attività italiane avrebbe sofferto. Gli strumenti digitali, inoltre, hanno permesso al 70% delle PMI italiane di adeguare il proprio modello di business durante la pandemia.

In particolare, le app di Meta hanno fornito una mano in tal senso: «Delle PMI che utilizzano le app di Meta, la maggior parte ha riferito che le piattaforme hanno aiutato la loro attività a crescere – riporta lo  studio – e in Italia sono il 59%» così come è stato riferito dal 66% delle aziende italiane che le loro attività sono più forti, oggi, grazie all’utilizzo delle piattaforme di Zuckerberg.

Importantissimo, per molti, l’utilizzo di piattaforme di messaggistica istantanea per connettersi con i clienti (in Italia, l’80% delle PMI ha dichiarato di farlo). La conclusione, quindi, è che «sebbene sia ancora lunga la strada delle imprese italiane verso la digitalizzazione e il pieno sviluppo delle competenze digitali, si registra una crescente consapevolezza dell’importanza degli strumenti che la tecnologia mette a disposizione e il loro impatto immediato per le imprese sull’acquisizione di nuovi clienti, sulla produttività e sui ricavi».

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