Non è vero, come dice Salvini, che «Pd e M5S hanno bloccato il plasma iperimmune nel Lazio»

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In consiglio regionale è stato soltanto bocciato un odg dell'ex M5S Barillari che voleva introdurre una banca del plasma. Ma allo Spallanzani è partita la sperimentazione

Com’è noto, in questi ultimi giorni, la nuova battaglia scientifica di Matteo Salvini riguarda la plasmaterapia, con dirette Facebook insieme al dottor Giuseppe De Donno (ritenuto il ‘pioniere’ di questa sperimentazione in Italia applicata al coronavirus), con continui appelli ai suoi followers in merito a questa cura che porterebbe diversi benefici ai pazienti Covid-19. Nelle ultime ore, sta nascendo – alimentata anche dagli account social di Matteo Salvini, che com’è noto hanno molta rilevanza nell’opinione pubblica – una polemica sul plasma iperimmune Lazio. Tra i followers del leader della Lega pare si stia diffondendo la notizia che il Pd e il Movimento 5 Stelle della regione abbiano bloccato il plasma iperimmune nel territorio del Lazio. Ma è proprio così? E perché Matteo Salvini ha utilizzato il titolo del portale Oltre.tv per diffondere la notizia tra i suoi followers?



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Plasma iperimmune Lazio, l’ordine del giorno di Barillari

Partiamo dai fatti. Il 14 maggio 2020, l’ex consigliere del Movimento 5 Stelle Davide Barillari (a suo tempo espulso dal gruppo pentastellato) ha presentato un ordine del giorno relativo all’istituzione di una banca dati del plasma anche nella Regione Lazio. Il tutto per favorire la sperimentazione su questa terapia, così come è stato fatto – questo è un dato importante da sottolineare – in due regioni a guida leghista, ovvero la Lombardia e il Veneto. Nello stesso ordine del giorno, Barillari sostiene: «La cura al plasma funziona: i risultati in Lombardia dimostrano che la mortalità in terapia intensiva si è ridotta al 6 per cento, quando prima era tra il 13 e il 20 per cento». Ovviamente, questi sono i dati diffusi dal dottor Giuseppe De Donno e che sono ancora oggetto di una valutazione della comunità scientifica.



Ma andiamo avanti. In cosa consiste la richiesta di Barillari? Testuali parole:

«Adottare un protocollo regionale straordinario semplificato in modo da garantire che in ogni azienda e struttura ospedaliera della Regione Lazio sia disponibile la terapia del plasma iperimmune e degli anticorpi monoclonali, anche per coordinare e supportare le strutture ospedaliere sprovviste di specifiche e sofisticate apparecchiature;



Istituire una Banca regionale del plasma, coordinata dalla AVIS e sotto la supervisione dall’agenzia pubblica per donazione sangue, in rete con le banche del plasma già presenti in altre Regioni ed in coordinamento e collaborazione tra le diverse aziende ospedaliere italiane».

Insomma, la sua richiesta alla maggioranza in consiglio regionale non è quella di consentire la terapia del plasma iperimmune. Ma quella di istituire degli organi – come la banca regionale del plasma – che possano essere di supporto a eventuali sperimentazioni. Le cose, come si può capire, sono completamente diverse. L’ordine del giorno (probabilmente non lo strumento più adatto a livello di amministrazione locale per realizzare un provvedimento del genere) è stato bocciato con il voto contrario del PD e l’astensione del M5S.

Plasma iperimmune Lazio, il tweet di Matteo Salvini

Matteo Salvini non ha perso l’occasione per attaccare l’espressione locale della maggioranza di governo nazionale e ha twittato:

Plasma iperimmune Lazio, la sperimentazione allo Spallanzani, San Camillo e Bambin Gesù

Ma il plasma iperimmune Lazio non è bloccato. Anzi. Proprio nella giornata di ieri, 22 maggio, l’istituto Spallanzani di Roma ha fatto una comunicazione importante in questo senso, nel corso del suo tradizionale bollettino stampa quotidiano sull’emergenza coronavirus: «L’istituto Spallanzani – si legge -, d’intesa con l’UO di Ematologia dell’ospedale San Camillo e il Dipartimento di Oncoematologia e Terapia cellulare e genica dell’ospedale Bambino Gesù, comunica che è in atto una sperimentazione sull’utilizzo del plasma iperimmune da pazienti convalescenti post-Covid».

Insomma, la sperimentazione con il plasma iperimmune in Lazio non è vietata, né tantomeno Pd e Movimento 5 Stelle l’hanno bloccata come si evincerebbe dal tweet di Matteo Salvini. Solo che viene trattata per quella che è: una sperimentazione, appunto, che ancora ha bisogno di prove scientifiche solide (derivanti da iniziative come quella dello Spallanzani, come quella dello stesso dottor De Donno al Poma di Mantova e come quelle che stanno avvenendo anche in altri ospedali italiani) e non certo come l’elisir a cui nessuno aveva pensato (o che è contrastato dai poteri forti !!1!!1) contro il coronavirus.