La seconda colonia di pinguini più grande del mondo è scomparsa per sempre

Secondo un nuovo studio firmato dalla British Antarctic Survey, un’altra colonia di pinguini imperatore è definitivamente scomparsa. Non una colonia qualsiasi: si tratta di quella della baia di Halley, a ridosso dell’Antartide, ed era considerata la seconda più grande del mondo con un numero di coppie riproduttive che variava annualmente tra 14.000 e 25.000, andando a costituire tra il 5 e 9% della popolazione mondiale di pinguini imperatori.

La seconda colonia di pinguini imperatore più grande del mondo è scomparsa per sempre

Il primo e devastante declino era avvenuto del 2016, quando lo scioglimento del ghiaccio nel mare di Weddell era stato talmente veloce da non dare tempo sufficiente ai pulcini di svilupparsi adeguatamente e imparare a nuotare. A rendere più fragile la baia è stato anche il vento El Niño, che nel 2015 ha soffiato con una potenza mai vista nei 60 anni prima, indebolendo la banchisa.

Così, sono morti annegando più di 10000 piccoli di pinguino imperatore, gli unici che depositano le loro uova sul ghiaccio e non sulle rocce. Da allora, la colonia non si è più ripresa. Negli anni successivi molte coppie di pinguini hanno scelto altre baie per riprodursi, e quelle poche che erano tornate nella baia di Halley hanno dovuto assistere a nuove morie, sempre per via dello scioglimento anticipato del ghiaccio, che cominciava a spezzarsi già ad ottobre.

È quanto emerge dal nuovo studio della British Antarctic Survey, organizzazione governativa britannica che si occupa di ricerca e divulgazione scientifica sull’Antartide, che ha monitorato da un lato la formazione dei ghiacci utilizzando dispositivi satellitari e dall’altro lo spostamento dei pinguini. Nella baia più vicina infatti, quella di Dawson Lambtona che si trova a circa 55 km di distanza, il numero di pinguini che arrivano per riprodursi è aumentato esponenzialmente, passando da circa 2mila a 15mila coppie. Lo studio definisce gli ultimi tre anni come «un fallimento riproduttivo senza precedenti», evidenziando che la comunità scientifica monitora l’area dal 1956 e non aveva mai riscontrato un declino di questa proporzione.

(Credits immagine di copertina: Pixabay License)

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