L’Istat taglia le stime di crescita tagliate e boccia gli effetti del reddito di cittadinanza sui consumi

22/05/2019 di Enzo Boldi

Che non sarebbe stato (più) un anno bellissimo lo avevamo intuito da tempo, nonostante le esultanze dal balcone di Palazzo Chigi e i vari hashtag lanciati sui social da esponenti vari. A farci rendere conto dell’amara realtà è stata la fuga dal confronto dopo l’approvazione del Def 2020, quando nessun esponente del governo – quelli il cui volto vediamo quotidianamente affollare gli schermi televisivi – ha voluto affrontare la stampa per raccontare le reali difficoltà economiche per stilare la prossima legge di Bilancio. Giorni di silenzio, poi interrotto dalla ripresa della propaganda per le elezioni europee. Ma il Pil è sempre rimasto lì, in agguato.

Ma la stagnazione della nostra economia, dopo mesi a incensare l’operato della maggioranza, arriva anche dall’Istat: le previsioni di crescita (che fino a qualche tempo fa parlavano di un sorridente +1,3%) sono state tagliate allo 0,3%. E perplessità sono state anche espresse su alcuni provvedimenti e decreti approvati. I veri problemi, che poi sono quelli che trascinano in basso il tasso di crescita di un Paese, sono la disoccupazione e i consumi.

Pil, reddito di cittadinanza e gli effetti sui consumi

«Il moderato incremento dei consumi delle famiglie nel 2019 e sostenuto dall’aumento del monte-salari e in ‘misura limitata’ dal Reddito di cittadinanza», si legge nel comunicato stampa diffuso dall’Istat insieme ai nuovi rilevamenti.  in Italia, infatti la spesa delle famiglie e delle Isp in termini reali è prevista crescere a un tasso simile a quello del 2018, +0,5% rispetto a +0,6%. Poco di più. L’Istat ha valutato quasi intangibili gli effetti del reddito di cittadinanza sui consumi, ma sembra esser presto per poter dare una valutazione così netta, dato che i primi assegnatari hanno ricevuto il sussidio solamente un mese fa.

Disoccupazione in aumento

L’altro dato preoccupante è quello della disoccupazione, il cui tasso – nel 2019 – è previsto in aumento salendo fino al 10,8%. Come si legge nel comunicato Istat, quest’anno «si prevede che l’occupazione rimanga sui livelli dell’anno precedente (+0,1%) mentre si registrerebbe un lieve aumento del tasso di disoccupazione (10,8%). Le retribuzioni lorde per unità di lavoro dipendente sono attese evolvere in linea con il deflatore della spesa delle famiglie residenti (+0,9%)».

(foto di copertina: grafico Pil pubblicato da sito Istat)

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