Mattia Santori spiega che quelli della Lega a Bibbiano sono stati dei «polli» per essersi fatti soffiare la piazza

17/01/2020 di Redazione

«I leghisti sono stati dei polli, perché quando hanno annunciato di chiudere la loro campagna elettorale a Bibbiano, le sardine reggiane hanno subito prenotato la piazza per lo stesso giorno». Mattia Santori non risparmia le critiche agli organizzatori della campagna elettorale di Lucia Borgonzoni che si sarebbe dovuta chiudere proprio nel comune della Val d’Enza dove si sono concentrate le attenzioni mediatiche dell’ultimo periodo. La piazza Bibbiano è stata prenotata, con tanto di documento ufficiale della questura, dalle sardine, nonostante la Lega avesse annunciato – senza richiedere le opportune autorizzazioni – di voler chiudere lì la sua campagna elettorale.

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Piazza Bibbiano: «Quelli della Lega sono stati dei polli»

«Si è dimostrato – ha detto Mattia Santori nel corso della conferenza stampa di presentazione del grande evento che si terrà a Bologna il prossimo 19 gennaio – che le Sardine sono molto più forti della Bestia di Salvini, quando si entra nella realtà fisica: quando si tratta di organizzare le piazze, siamo più scaltri: appena saputo della chiusura della campagna elettorale annunciata da Salvini a Bibbiano, le sardine reggiane hanno subito prenotato la piazza, perché questi polli hanno annunciato l’evento senza averlo fatto».

Tuttavia, le autorità locali hanno chiesto a sardine e Lega di rinunciare alle rispettive manifestazioni, dal momento che l’escalation di polemiche che ha circondato Bibbiano ha portato, nella giornata di ieri, anche a un allarme bomba. Per questo, la presidenza dell’Unione dei comuni della Val d’Enza ha chiesto un passo indietro ai due gruppi della manifestazione del prossimo 23 gennaio a Bibbiano.

«Noi faremo ben volentieri un passo indietro – ha detto Mattia Santori – se lo farà prima la Lega. Non volevamo cadere nella trappola Bibbiano, ma sono stati gli stessi cittadini a chiamarci per chiederci di fare qualcosa: chi ha sbagliato, se la vedrà con la magistratura e non con una pagina Facebook».

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