«Chiedo perdono, ora sono sul lastrico», parla il carabiniere condannato per lo stupro della studentessa americana

14/10/2018 di Redazione

Condannato a 4 anni e 8 mesi con rito abbreviato per violenza sessuale ai danni di una studentessa americana a Firenze (avvenuta nel settembre 2017), per la prima volta l’ex carabiniere Marco Camuffo, 45 anni, ha deciso di parlare fuori dall’aula giudiziaria. I suoi pensieri sono stati rilasciati al quotidiano Il Giorno.

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L’uomo, che si dice distrutto dalla vicenda, racconta il “rammarico” per quanto successo quella sera: “E’ il più grande rammarico della mia vita, ci penso giorno e notte. Ovvio che non rifarei niente di quello che è accaduto dopo la chiusura dell’intervento al Flo“.

Oltre a Camuffo, a processo c’è anche il suo collega più giovane Pietro Costa, il quale ha rinunciato al rito abbreviato (il processo inizierà nel maggio 2019). Secondo lo stesso Camuffo, l’idea di riaccompagnare le due studentesse americane alla loro abitazione sarebbe stata proprio di Costa: “E’ vero, come più alto in grado avrei dovuto dire di no alla richiesta del collega. Ho violato la consegna, trasgredito ai miei doveri come militare. Ho un dolore immenso per aver cagionato tanto imbarazzo all’Arma e so che si tratta di errori imperdonabili. L’unica cosa che potevo fare, per quel che può valere, era assumermi almeno le mie responsabilità, cosa che ho fatto immediatamente, due giorni dopo davanti alla magistratura ordinaria e una settimana dopo davanti a quella militare“.

Camuffo ha anche spiegato come sia cambiata la sua vita da quel giorno: “Anche la mia famiglia soffre moltissimo per colpa mia, soprattutto i miei figli. E’ un’angoscia indicibile, che non so neppure spiegarle a parole, sapere di avere provocato proprio ai tuoi figli tanta sofferenza, di averli messi in gravi difficoltà anche nei rapporti con la scuola e con gli amici. Per di più con la destituzione ho perso ed ho messo la mia famiglia anche in gravi difficoltà economiche. Sono ovviamente disposto a fare qualsiasi tipo di lavoro, ma non è facile trovarne uno a 45 anni di età, in questo periodo di crisi e soprattutto con un’accusa così pesante sulle spalle“.

Infine l’ex carabiniere ha affermato di non sapere cosa direbbe alla ragazza americana nel caso in cui se la trovasse davanti: “Non ci ho mai pensato anche perché non credo proprio che la vita ci metterà di nuovo davanti“.

(Foto credits: Ansa)

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