Perché il vaccino dell’influenza non protegge dal ceppo che gira in Italia

16/01/2018 di Redazione

In questi giorni vi sarà capitato di sentire molti che si lamentavano dell’influenza nonostante si fossero vaccinati. A tutto c’è una spiegazione. Come spiega oggi La Nazione non sono pochi i casi degli ammalati vaccinati.

VACCINO ANTI INFLUENZALE: NON PRESENTE IL CEPPO PIU’ DIFFUSO NELLE DOSI TRIVALENTI

L’Istituto superiore di sanità ha provato a fare chiarezza: il ceppo influenzale maggiormente diffuso in questa stagione, contrariamente alle aspettative, è il B Yamagata che non è contenuto nella stragrande maggioranza dei vaccini trivalenti somministrati. Si tratta di un ceppo presente, invece, nel quadrivalente che incide per il 40% del totale delle 184.167 dosi consegnate all’Asl e poi distribuite a medici e pediatri. Attenzione però. Il quadrivalente non può esser somministrato ai bimbi sotto i 3 anni. E su questo è stato dato l’ok dall’Agenzia italiana del farmaco solo pochi giorni fa. Ora dovrà decidere la commissione regionale – spiega la Nazione –  estendendolo alle varie classi di età. Gli over 70, per esempio, hanno ricevuto il trivalente che non serve per il ceppo ora più diffuso.

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«Purtroppo quando vengono formulati i vaccini  – spiega alla Nazione fiorentina Vittorio Boscherini, direttore del dipartimento di medicina generale dell’Asl Toscana centro – è difficile prevedere quali saranno i vaccini maggiormente diffusi. Si spera che presto venga reso disponibile il vaccino universale messo a punto con l’aiuto dei computer, attivo contro l’88% dei ceppi dei virus finora noti». In attesa di un vaccino “universale” ogni anno, sulla base dei nuovi ceppi di virus in circolazione, si dovrà formulare una dose differente.

(foto copertina Ansa/Daniel Dal Zennaro)

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