Perché alcune persone stanno dando fuoco alle proprie Nike
04/09/2018 di Gaia Mellone
“Just Do It”: uno degli slogan più famosi di sempre compie ben 30 anni, e Nike ha deciso di festeggiarlo con una nuova pubblicità con protagonista Colin Kaepernick, che si era distinto per le sue proteste a sostegno del Black Lives Matters. Non tutti hanno gradito la decisione, e hanno cominciato a distruggere i prodotti del brand.
Believe in something, even if it means sacrificing everything. #JustDoIt pic.twitter.com/SRWkMIDdaO
— Colin Kaepernick (@Kaepernick7) September 3, 2018
Just Do It e Colin Kaepernick, chi è il nuovo volto della campagna Nike
Il giocatore di Football americano Colin Kaepernick divide vita ad una nuova forma di protesta durante la stagione sportiva del 2016-2017. Per protestare contro la violenza nei confronti delle persone di colore negli Stati Uniti cominciò a non alzarsi in piedi durante il canto dell’inno, rituale pre partita. Quando spiegò il motivo per cui rimase inginocchiato si ritrovò al centro della bufera: tantissimi gli attacchi, soprattutto da parte dei fan conservatori, ma anche moltissimi segni di sostegno approvazione. Se da un lato diversi giocatori si unirono a lui, tanto che la NFL ha deciso definitivamente di creare una regola ad hoc, dall’altro Kaepernick si ritrovò come avversario il presidente degli Stati Uniti in persona. Donald Trump infatti twitto che «il popolo americano è stufo della mancanza di rispetto che la NFL sta restituendo al nostro paese, alla nostra bandiera e al nostro inno nazionale».
At least 24 players kneeling this weekend at NFL stadiums that are now having a very hard time filling up. The American public is fed up with the disrespect the NFL is paying to our Country, our Flag and our National Anthem. Weak and out of control!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 28, 2017
Just Do It e Colin Kaepernick, il nuovo volto della campagna Nike che infiamma i conservatori
Ecco allora che la nuova campagna Nike che recita «credi in qualcosa, anche se significa sacrificare tutto» assume una profondità completamente diversa. La scelta dell’allora quarterback dei San Francisco 49ers, e adesso non più sotto contratto con nessuna squadra, è una chiara presa di posizione contro la politica di Trump e a favore non solo della libertà di pensiero ma anche dei diritti civili che la comunità nera si vede continuamente negata in molte parti degli Stati Uniti. Una scelta che molti clienti Nike non hanno affatto gradito, e che per questo hanno cominciato i distruggere i prodotti del brand sotto l’hashtag #burnyournikes, oppure stanno tagliando le calze, sempre sotto hashtag simili come #boycottnike e #justburnit.
@Nike @ClayTravis #burnyournikes pic.twitter.com/gpLQkyAxmL
— ae5 (@boudreau_dr) September 3, 2018
«Da quando il nostro inno nazionale e la nostra bandiera sono diventati offensivi?» scrive un utente twitter mentre un altro scrive «come americano non posso più supportare il vostro brand». Nike per ora non ha ancora commentato queste reazioni, e stamattina nelle contrattazioni che precedono l’apertura dei mercati ha perso al 3,14%, ma secondo gli esperti la scelta a lungo termine pagherà.
.@Nike Due to your support of C.K. in your coming adds, I as an American can no longer support your company. #boycottNike #IStandForOurFlag pic.twitter.com/5JxSMD8SSO
— AlterAtYeshiva (@alteratyeshiva) September 4, 2018
First the @NFL forces me to choose between my favorite sport and my country. I chose country. Then @Nike forces me to choose between my favorite shoes and my country. Since when did the American Flag and the National Anthem become offensive? pic.twitter.com/4CVQdTHUH4
— Sean Clancy (@sclancy79) September 3, 2018
Our Soundman just cut the Nike swoosh off his socks. Former marine. Get ready @Nike multiply that by the millions. pic.twitter.com/h8kj6RXe7j
— John Rich (@johnrich) September 3, 2018
(Credits immagine di copertina: frame del video condiviso dall’utente Sean Clancy)