Il governo toglierà la pensione alle vittime delle leggi razziali durante il fascismo
29/10/2018 di Gianmichele Laino
Per un risparmio esiguo da 50 milioni di euro, il governo rischia di perdere la faccia. Perché quei soldi verranno tagliati da un fondo che – a distanza di 80 anni dall’approvazione delle leggi razziali nei confronti degli ebrei durante il fascismo – aveva un forte valore simbolico. Si tratta, appunto, del fondo che garantisce le pensioni alle vittime delle leggi razziali che sono nate prima del 1945. Una platea piuttosto ristretta di persone che percepisce un assegno di circa 500 euro al mese.
Pensioni ai perseguitati delle leggi razziali, il taglio di Giuseppe Conte
Il governo guidato da Giuseppe Conte, però, evidentemente ha avvertito l’esigenza di una spending review che vada nel senso di applicare dei tagli anche a delle fonti di spesa minime, per contribuire al finanziamento della manovra che prevederà l’introduzione di quota 100, del reddito di cittadinanza e delle altre misure inserite nel contratto tra Lega e Movimento 5 Stelle. E poco importa se questi tagli vanno a intaccare dei provvedimenti che, più che di sostanza, sono un parziale risarcimento per lo sciagurato passato del nostro Paese.
Il risarcimento dell’assegno pensionistico (che oggi spetta a qualche migliaio di persone) era già di per sé esiguo se si pensa alla barbarie delle leggi razziali, che vietarono loro di fruire dei servizi più elementari, come ad esempio l’educazione nelle scuole o il sacrosanto diritto al lavoro. Oggi, invece, nell’Italia del disvalore e della polvere del passato buttata sotto al tappeto, in nome di un sovranismo che ha qualche eco fascista (quantomeno nella simbologia), questi 50 milioni di euro saranno tagliati.
La protesta della comunità ebraica italiana contro i tagli alle pensioni ai perseguitati
Protesta l’Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) che, attraverso la sua portavoce Noemi Di Segni, ha auspicato una marcia indietro del governo su questo provvedimento e ha chiesto – anche al ministro dell’Economia Giovanni Tria e al sottosegretario Giancarlo Giorgetti – di essere ascoltata in commissione Finanze, quella che esaminerà la prossima legge di bilancio.
La legge che prevede l’assegno ai perseguitati politici e – dal 1986 – anche ai perseguitati dalle leggi razziali era stata varata nel 1955, con primo firmatario l’esponente del Partito Comunista Umberto Terracini. Una norma di civiltà che, ora, rischia di essere cassata con un colpo di spugna. Esattamente come la nostra storia.
[FOTO ANSA/Francesco De Filippo]