Chi insulta online in Giappone rischia fino a un anno di carcere

Per gli insulti sui social in Giappone le pene, sia a livello di carcere che a livello di multe, saranno più severe

06/07/2022 di Ilaria Roncone

In Giappone è passata una legge che inasprisce le pene per coloro che insultano altre persone online che entrerà in vigore a partire da giovedì 7 luglio. La pena detentiva potrà essere stabilita fino a un anno di carcere. Gli insulti sui social in Giappone, quindi, equivarranno alla possibilità di finire in carcere con tanto di multa fino a 300 mila yen (equivalenti a circa 2.200 dollari). Il Giappone prevedeva già il carcere per coloro che insultano a mezzo web ma, finora, si è sempre trattato di pene fino a trenta giorni di carcere e somme fino a 10 mila yen, ovvero 75 dollari.

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La pena per gli insulti sui social in Giappone si inasprisce

La legge, che diventa attiva a partire da domani, sarà nuovamente esaminata tra tre anni per capire se sta avendo un qualche tipo di impatto sulla libertà di espressione delle persone (questione temuta da chi questa legge per inasprire le pene l’ha criticata aspramente). Lo scopo di questa legge è arginare il fenomeno del cyberbullismo nel paese.

Chi critica la legge è preoccupato per il fatto che – come ha dichiarato l’avvocato penalista Seiho Cho a CNN – non ci sono definizioni effettive di quello che è un insulti. Nella legge viene specificato che l’insulto corrisponde a sminuire qualcuno senza che ci sia un fatto specifico a cui fare riferimento (come invece è nel caso della diffamazione). Secondo l’avvocato penalista, «al momento anche se qualcuno dà dell’idiota al leader del Giappone, con la nuova legge potrebbe essere classificato come un insulto».

A far prendere questa decisione ai funzionari giapponesi è stato il caso di suicidio di Hana Kimura, star dei reality vittima di abusi online. Oltre a questo, ci sono anche evidenze frutto di ricerche scientifiche condotte su bambini e adolescenti che legano cyberbullismo e comportamenti suicidi.

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