Il PD trova l’accordo e Calenda se ne va (senza andarsene)

Mentre al Quirinale sono riprese le consultazioni, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si affrettano per arrivare ad un punto concreto da proporre nel pomeriggio al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Mentre tra i 5 stelle serpeggiano ribellioni per la decisione di rimettere l’ultima parola agli iscritti alla piattaforma Rousseau – anche se i capigruppo a Camera e Senato dicono sia una fake news – dal lato dei dem sembra esserci più compattezza. Tranne che per Richetti e Calenda.

Carlo Calenda si dimette dalla direzione del Pd

Carlo Calenda ha mantenuto la parola data. L’europarlamentare del Pd aveva infatti dichiarato ai microfoni di Radio Capital che «dal primo giorno in cui mi sono iscritto al Pd ho detto che non sarei rimasto se ci fosse stato un accordo con i 5 stelle». Salvo poi ridimensionare. «Lavorerò per costruire una casa per chi non si sente rappresentato da questo rapporto con i 5 stelle che nasce male – ha aggiunto sempre a Radio Capital – Quando il Pd avrà di nuovo voglia di combattere spero di ritrovare alcune persone sulla strada». Dopo che la segreteria del Partito ha dato mandato a Zingaretti per il nuovo governo, Calenda ha rassegnato la sua lettera di dimissioni.

«Caro Nicola, Caro Paolo, vi prego di voler accettare le mie dimissioni dalla Direzione nazionale del Partito democratico» scrive Carlo Calenda nella lettera indirizzata a Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni. Si è trattato di una  «una decisione difficile e sofferta» ma già annunciata nelle scorse ore. «Stringendo questa alleanza, il Pd rinuncia a combattere per le sue idee e i suoi valori – scrive Calenda nella lettera pubblicata integralmente sull’Huffington Post – E questo non posso accettarlo». Carlo Calenda ha quindi rassegnato le sue dimissioni dalla direzione del Partito, ma resterà europarlamentare per il partito Democratico.

Il PD trova l’accordo per il mandato

La direzione del Pd ha dato il mandato a Nicola Zingaretti per esprimere al Capo dello Stato questo pomeriggio «la disponibilità a verificare con il presidente incaricato le condizioni politiche e programmatiche e contribuire a dare vita al nuovo Governo». La relazione del segretario Pd pare sia stata votata con tanto di standing ovation, da tutti tranne che dal senatore Matteo Richetti. Paolo Gentiloni parla di «una straordinaria prova di unità» mentre Graziano Delrio avverte che «c’è tanto lavoro da fare, la strada è ancora lunga! ma entro stasera «ci sarà il nome del premier incaricato».

L’ipotesi di un Conte 2 ormai è data come la più probabile, ma ancora resta il nodo del ruolo che dovrebbe avere Luigi Di Maio all’interno del nuovo governo. Intanto però ad essere chiamato alla coerenza è Carlo Calenda.

(Credits immagine di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)

 

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