Paul Krugman sul NY Times si chiede perché gli Usa non hanno fatto come l’Italia sul coronavirus

Non manca certo un passaggio controverso nell’editoriale dell’economista Paul Krugman, premio Nobel nel 2008. A un certo punto, sul NY Times, scrive «la risposta al coronavirus negli Stati Uniti è stata tragicamente inferiore a quella della Germania. Non è sorprendente che la serietà e la disciplina tedesca abbiano dato i loro frutti, ma come può l’America aver fatto peggio dell’Italia?». Sembra il solito passaggio carico di stereotipi che, tuttavia, lo stesso Krugman smentisce rapidamente: «Non voglio incorrere in facili stereotipi e nonostante tutti i suoi problemi, l’Italia è un Paese serio e non un palcoscenico da fumetto».

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Paul Krugman e l’editoriale sull’Italia vs Usa nella lotta al coronavirus

Da qui in poi, è un vero e proprio idillio quello dell’economista che prende a modello la risposta italiana al coronavirus e la sbatte in faccia agli Stati Uniti di Donald Trump ancora una volta alle prese con una diffusione incontrollata del virus che sta causando, in media, 800 morti al giorno in questa fase. Un dato che, se raffrontato alla media di 12 vittime giornaliere in Italia negli ultimi giorni, non può far altro che preoccupare.

Paul Krugman ha elogiato la risposta di Roma: ha spiegato come il nostro Paese sia stato tra i primi, in Occidente, a fronteggiare il coronavirus. Dopo una esitazione iniziale «per la quale le istituzioni si sono scusate a differenza di quello che ha fatto Trump», l’Italia ha applicato un rigido lockdown che ha addomesticato la curva dei contagi e dei decessi. Adesso, secondo l’economista, la situazione sembra sotto controllo, cosa che non si può dire affatto degli Stati Uniti.

Soltanto nelle ultime 24 ore, gli Stati Uniti hanno aggiunto 76.570 nuovi contagi, superando la quota di 4 milioni di persone coinvolte dalla pandemia. Un dato che ha costretto i politici impegnati nella campagna elettorale per l’elezione presidenziale del 2020 a rivedere completamente i loro piani: lo stesso Donald Trump ha dovuto rinunciare a una Convention repubblicana a fine agosto.

Le parole di elogio di Paul Krugman all’Italia

«Poiché non abbiamo fatto quello che ha fatto l’Italia – ha scritto Krugman -, non abbiamo schiacciato la curva; piuttosto il contrario. Le cose sono state aggravate dall’opposizione patologica a cose come indossare le maschere, il modo in cui anche le più ovvie precauzioni sono diventate campi di battaglia nelle guerre culturali».

La conclusione di Krugman è impietosa soprattutto per quanto riguarda la gestione politica di Donald Trump: «Dopo tre anni e mezzo di make America Great again abbiamo fatto una figura patetica davanti al palcoscenico internazionale. In questi giorni gli americani possono solo invidiare il successo dell’Italia nel resistere al coronavirus, il suo rapido ritorno a una sorta di normalità che per noi è un sogno lontano. L’Italia è spesso definita come “il malato d’Europa”; che cosa ci insegna?».

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