Paul Krugman contro il governo M5S-Lega: «È una minaccia come Trump»

Paul Krugman ha espresso una posizione molto dura contro il governo M5S-Lega. Il premio Nobel per l’Economia, docente a Princeton e il più noto editorialista del New York Times ha condiviso su Twitter un fondo molto duro del Financial Times, scritto dal commentatore Wolfgang Münchau, in cui si evidenzia la minaccia alla liberaldemocrazia rappresentata dall’esecutivo tra Di Maio e Salvini.

Paul Krugman
Image: © El Universal via ZUMA Wire)

PAUL KRUGMAN CONTRO IL PERICOLO DI M5S E LEGA

«Ha ragione Munchau (sic, il nome corretto è Münchau, ndA). Le persone non sono abbastanza allarmate sulla situazione in Italia. A suo modo, rappresenta una minaccia all’ordine liberale paragonabile al Trumpismo negli Stati Uniti», ha scritto Krugman. L’ordine liberale a cui si riferisce il premio Nobel dell’Economia, così come il fondo del Financial Times, è il sistema istituzionale ed economico basato su democrazia rappresentativa, organizzazioni internazionali e libero commercio sempre più avanzato, costituito da Usa e Paesi europei in primis dopo il massacro della Seconda guerra mondiale.

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Un sistema che ha vinto la sfida contro il comunismo e ha garantito uno dei periodi di maggior benessere e pace nella storia dell’umanità, ma che è entrato in difficoltà a partire dall’11 settembre a livello internazionale  ed è messo in discussione dopo la grande recessione del 2008 e la crisi dell’euro nel 2011.

L’EDITORIALE DEL FINANCIAL TIMES DI WOLFANG MÜNCHAU  SULLA MINACCIA DI M5S E LEGA PER L’EURO

L’editoriale di Wolfgang Münchau definiva insensato il paragone tra il M5S e la Lega con i nazisti e i fascisti degli anni venti o trenta, ma rimarcava una similutidine tra la sottovalutazione della minaccia dell’epoca fatta dai centristi della Repubblica di Weimar, e l’attuale atteggiamento delle elite tecnocratiche rispetto ai rischi per l’ordine liberale. Secondo Münchau l’Italia può uscire dall’euro con maggior facilità di quanto si pensi, visto che è un obiettivo di Matteo Salvini, il quale potrebbe rafforzarsi se lo stimolo fiscale voluto dal governo M5S-Lega avrà successo.

 

«I Cinque Stelle e la Lega…sono al potere precisamente perché i partiti centristi hanno fallito sull’economia. La verità è che non esiste una misura di protezione tecnica per la democrazia liberale. Questa è la principale lezione della Repubblica di Weimar. Se la democrazia liberale non è capace di distribuire prosperità economia in modo diffuso a larghe parti della popolazione in un lungo periodo, finisce, insieme alle istituzioni finanziarie ed economiche che ha creato», ha scritto il commentatore del Financial Times.

PAUL KRUGMAN ERA CITATO, A SPROPOSITO, COME NO EURO DA CINQUE STELLE E LEGA

Paul Krugman è un nome caro al M5S e anche alla Lega per le su posizioni critiche nei confronti dell’euro, nonostante sia uno degli intellettuali di maggior importanza della sinistra americana, e non solo. La Lega e anche i Cinque Stelle citavano spesso una mezza bufala sui Nobel dell’Economia contro la moneta unica per giustificare le loro posizioni. In realtà i Nobel citati, tra cui Krugman, avevano espresso duri giudizi contro l’architettura dell’unione monetaria ma non sostenevano l’uscita dall’euro, come voleva il M5S e come tutt’ora, più o meno, auspica ancora la Lega. Ecco la parte relativa alle posizioni di Paul Krugman scritta da Guido Iodice per Giornalettismo.

Nobel nel 2008, Krugman è un esperto di economia internazionale e caustico editorialista del New York Times. Pur avendo suggerito a Cipro l’uscita immediata dall’eurozona, non ha fatto altrettanto per i paesi più grandi come Italia e Spagna. Nel pezzo richiamato da scenarieconomici.it, al contrario, propende per l’idea di una reflazione in Germania che aiuti il riequilibrio dell’eurozona. E aggiunge che se la BCE prenderà i provvedimenti giusti, per quanto fragile finché non si creerà una garanzia bancaria europea, l’euro potrà sopravvivere. L’Europa è «un continente produttivo e dinamico. Ha soltanto sbagliato a scegliersi la propria governance e le sue istituzioni di controllo economico, ma – aggiunge Krugman – a questo si può sicuramente porre rimedio» poiché è importante salvare il progetto politico europeo, altrimenti «il fallimento del più grande progetto della storia […] innescherebbe insurrezioni populiste e nazionaliste». Insomma, Krugman appare più che altro un professore estremamente irritato con i propri studenti, non certo un istigatore di scelte improvvisate. Difficile immaginarlo poi a fianco di Salvini o di Marie Le Pen in nome della lotta all’euro.

 

 

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