Pasquale Tridico in audizione alla Camera: «In emergenza la priorità era pagare, non controllare»

Pasquale Tridico spiega come sia stato possibile per i politici ottenere il bonus di 600 euro

14/08/2020 di Gianmichele Laino

Pasquale Tridico è intervenuto in audizione alla Camera per rispondere alle domande del parlamento sulla questione dei bonus partite iva e autonomi da 600 euro, dopo lo scandalo morale dei deputati che hanno usufruito di questa misura. Il presidente dell’Inps è chiamato a dare delucidazioni su come siano emersi questi nomi, nell’ambito dell’erogazione di prestazioni che avrebbero dovuto garantire la privacy dei percettori.

«Oltre 4 milioni di bonus – ha detto Pasquale Tridico in audizione alla Camera – tra partite iva, autonomi e co.co.co sono stati erogati nel periodo del lockdown: a questi lavoratori si sono aggiunte altre categorie per un totale di 11. In quei mesi – soprattutto a marzo e aprile – il lavoro dell’Inps è stato incessante, pagando 13 milioni di prestazioni di cassa integrazione fino al 3 agosto, 4,1 milioni di bonus ad aprile rinnovati il 19 maggio, ha pagato il reddito d’emergenza per 300mila lavoratori, in più i bonus baby-sitter. Il tutto durante un periodo in cui le prestazioni ordinarie sono rimaste garantite».

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Perché la posizione di consiglieri regionali e deputati è stata controllata

Pasquale Tridico ha specificato che il controllo è stato fatto incrociando i dati disponibili su consiglieri e deputati con quelli delle persone che hanno preso il bonus. Si sta valutando la questione dell’assegno vitalizio, che non è stato ritenuto fondo di previdenza ed è questa la ragione per cui il bonus è stato effettivamente erogato. Tuttavia sono in corso ulteriori approfondimenti che, prima di ora, non si è potuto fare.

«Era in corso una grande emergenza»

Tridico ha sottolineato che nel periodo dell’emergenza il punto era: pagare e non controllare. Il controllo sarebbe – a prescindere – avvenuto dopo. Il capo dell’Inps ha sottolineato l’enormità dell’evasione fiscale in Italia e degli attacchi che vengono fatti per appropriarsi di soldi pubblici. Un ringraziamento ai colleghi, che insieme a lui hanno dormito negli uffici per garantire la ricezione più rapida possibile del denaro. Andare veloce, alla fine della questione, ha voluto dire non controllare prima ma doverlo fare a posteriori e a posteriori sono emerse tutte queste questioni che ora verranno gestite caso per caso.

Sui nomi dei furbetti dei 600 euro

Sottolinea Tridico che non è stato l’Inps a dare i nomi ma che sono stati i diretti interessati a farsi avanti. L’Istituto garantisce la privacy sempre e comunque. La notizia dei nomi, testimonia alla Camera Tridico, non è uscita mai dalla sua bocca o da appartenenti all’Inps ma è frutto di una soffiata arrivata in qualche modo al direttore di Repubblica Molinari. «L’Inps è da sempre vittima di azioni fraudolente che segnaliamo sempre, miliardi di evasione ed è questo il punto centrale», ha affermato Tridico, invitando chi lo ascolta a non guardare il dito puntata ma la luna, come si dice, ovvero a ricordare quale sia il reale problema del nostro paese: l’enorme evasione fiscale e i continui tentativi e gli attacchi per estorcere fondi pubblici.

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