Se salta l’accordo Pd-M5S, Renzi fonda un suo partito (e i trentenni applaudono)
23/08/2019 di Gianmichele Laino
Applausi in Garfagnana, subito stoppati dal diretto interessato. Del partito Renzi si può parlare, ma sul merito non si può ancora consacrare. Ecco perché il senatore di Rignano ha risposto a uno spin con un altro spin. E ha lanciato messaggi sfruttando la velocità della rete. Prima ha accusato Paolo Gentiloni di aver utilizzato i giornali per affossare l’intesa Pd-M5S, poi utilizza i giornali a sua volta per mettere pressione a Nicola Zingaretti e per far passare il seguente messaggio: se l’intesa non dovesse andare a buon fine, il Pd si chiude qui.
Partito Renzi, già pronto in caso di mancata alleanza tra Pd e M5S
Lo dice chiaramente in un passaggio della sua lezione politica in Garfagnana ai giovani under 30 che assistono. «Nel Pd, ove vi fosse la rottura, sarà un caos. Se uno, contravvenendo alle regole interne, con un spin fa saltare tutto non è detto che il Pd arrivi tutto insieme alle elezioni». Prego, applausi. Come direbbe Giuseppe Conte. Dalla platea i più temerari cercano di farlo partire. Ma Renzi stoppa tutto, forse per dare una sorta di solennità tragica a queste sue parole.
Fatto sta che adesso Nicola Zingaretti si trova in una posizione scomodissima. Attaccato dall’esterno, ma anche dall’interno. Deve portare a termine a tutti i costi la missione di un’alleanza con il Movimento 5 Stelle per evitare un ritorno alle urne che potrebbe essere traumatico e per evitare una scissione all’interno del Partito.
La situazione nel Pd con un Partito Renzi
Quel 25% che faticosamente è stato messo insieme (in seguito soprattutto alla débacle del Movimento 5 Stelle) potrebbe perdersi per strada se davvero Matteo Renzi uscisse dal Pd. Certo, da sinistra arriverebbe qualche punto in più, ma non tale da compensare il faticoso percorso di ricostruzione di un’alternativa progressista alle destre e al populismo pentastellato. La spada di Damocle è doppia e il percorso è a ostacoli. Il Pd, in poco più di 24 ore, è passato da una dichiarazione di unità (dopo la direzione che ha dato mandato univoco a Zingaretti) a una confraternita dai coltelli affilati. Tutti contro tutti.