Il medico della Lazio contro le partite alle 21.45: «Sono una minaccia per la salute dei calciatori»

25/06/2020 di Enzo Boldi

Il campionato di Serie A (ma anche quello di B) è appena ripreso e le prime partite giocate (una giornata completa e il recupero di quella interrotta prima delle sospensione per l’emergenza sanitaria) hanno già portato alcuni risultati per quel che riguarda la classifica. La Juventus ha guadagnato tre punti sulla sua diretta inseguitrice, la Lazio di Simone Inzaghi, dopo la sconfitta dei biancocelesti a Bergamo. Insomma, da qui alla fine della stagione ci saranno verdetti da scrivere, ma con la ripresa del calcio giocato sono state evidenziati i primi problemi. Uno dei tanti è quello delle partite in notturna.

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Il calendario condensato (12 giornate in poco più di un mese) e gli orari dei match serali (alle 21.45) hanno fatto storcere il naso ad alcuni. Era evidente, fin dall’inizio, come il dover disputare incontri a 3/4 giorni di distanza l’uno dall’altro, senza soluzione di continuità, avrebbe portato a un dispendio energetico per i calciatori molto più elevato rispetto al passato. E proprio sul recupero dei giocatori arriva il pensiero del medico sportivo della Lazio.

Partite in notturna dannose per i calciatori

«Giocare alle 21.45 dal punto di vista medico è un autentico disastro per la salute, al di là di chi vince o perde – ha dichiarato Ivo Pulcini, medico dei biancocelesti aRadio Punto Nuovo -. Con questi ritmi vanno incontro ad un esaurimento fisico. Più sono le ore che si perdono di recupero, maggiore sarà la sindrome che porta ad esaurimento fisico: la salute è minacciata seriamente. L’Aic ne prenda coscienza e trovi un accordo per giocare prima, anche alle 20:45». Un’ora che, secondo il medico, potrebbe fare la differenza. Insomma, il campionato è appena ripreso (con tutte le condizioni già note fin dalla decisione di ripartire), ma già arrivano le prime voci contrarie.

(foto di copertina: da profilo Instagram della SS Lazio)

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