Il Parlamento europeo rinvia la riforma sul copyright
05/07/2018 di Redazione
La Plenaria del Parlamento europeo ha respinto l’avvio del mandato a negoziare un compromesso con il Consiglio Ue sulla riforma del diritto d’autore. Il testo che avrebbe dovuto dare il via libera all’inizio del negoziato, messo a punto dalla Commissione giuridica di Strasburgo, è stato bocciato dall’aula. I voti contrari sono stati 318, i favorevoli 278, gli astenuti 31. Il testo sarà di nuovo all’esame della Plenaria e sarà votato nella prossima sessione di settembre.
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RIFORMA COPYRIGHT: LE REAZIONI
«Mi dispiace che la maggioranza dei deputati non abbia sostenuto la posizione che io e la commissione giuridica abbiamo preparato. Ma ciò fa parte del processo democratico. Torneremo sul tema a settembre con un ulteriore valutazione per cercare di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, aggiornando nel contempo le norme sul diritto d’autore per il moderno ambiente digitale», ha spiegato il relatore del testo sul Copyright Ue, Axel Voss (PPE) dopo il voto contrario.
Gioiscono invece in patria. «Oggi – spiega il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio – è un giorno importante, il segno tangibile che finalmente qualcosa sta cambiando anche a livello di Parlamento europeo. La seduta plenaria di Strasburgo ha rigettato il mandato sul copyright al relatore Axel Voss smontando l’impianto della direttiva bavaglio». «La proposta della commissione europea ritorna dunque al mittente rimanendo lettera morta – dice – il segnale è chiaro: nessuno si deve permettere di silenziare la rete e distruggere le incredibili potenzialità che offre in termini di libertà d’espressione e sviluppo economico. In ogni caso, anche qualora il testo fosse passato al vaglio di Strasburgo, ci saremmo battuti in sede di consiglio. A livello nazionale saremmo invece stati disposti a non recepirla. Voglio ringraziare tutti i nostri rappresentanti a Bruxelles e anche gli altri europarlamentari che hanno deciso di seguirci in questa battaglia per la libertà d’informazione». Per Di Maio «ora si apre una nuova battaglia, nella prossima plenaria si terrà infatti un dibattito politico e la possibilità di presentare emendamenti. Siamo sicuri che gli articoli più pericolosi della direttiva, l’articolo 11 e il 13, verranno definitivamente rimossi. Questa direttiva riportava infatti due concetti inaccettabili: il primo prevedeva un diritto per i grandi editori di autorizzare o bloccare l’utilizzo digitale delle loro pubblicazioni introducendo anche una nuova remunerazione, la cosiddetta link tax. Il secondo imponeva alle società che danno accesso a grandi quantità di dati di adottare misure per controllare ex ante tutti i contenuti caricati dagli utenti. Questo Governo vigilerà affinché la libertà di internet venga salvaguardata, senza scendere ad alcun compromesso. Rifiutando ogni bavaglio».
(foto di repertorio ANSA / Lucia Castello)