Luca Bizzarri spiega a Taverna e Castaldi come funzionava Camera Cafè (vista la citazione per lo spot sulla manovra)

Uno degli spot politici più surreali dell’intera comunicazione istituzionale degli ultimi anni, dal titolo Parlamento Cafè. La palma di questo difficile primato da raggiungere spetta alla senatrice Paola Taverna e al senatore Gianluca Castaldi che, su un divano e davanti a un caffè (pure con la marca bene in vista), hanno cercato di imitare il format di Camera Cafè (lo storico programma di Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu) per spiegare alcuni contenuti della manovra 2020.

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Parlamento Cafè, la trovata trash del M5S per pubblicizzare la manovra 2020

Musichetta di Natale in sottofondo, tono colloquiale e via con le spiegazioni sulla manovra 2020: i 400 euro all’anno per le mamme che hanno difficoltà ad allattare, i fondi in più per i bonus bebè e gli asili nido. Paola Taverna fa un riferimento a Giorgia Meloni («quella là, l’amica del popolo») che, se non avesse a disposizione le sue ingenti risorse finanziarie, avrebbe votato a occhi chiusi questa manovra che aiuta i più deboli. «Che vuoi che ne sappia dei problemi?» – chiede Paola Taverna a Gianluca Castaldi.

La trollata di Luca Bizzarri su Parlamento Cafè

Poi, la chiusura finale, con un cartello (Parlamento Cafè) che ricorda da molto vicino quello che per anni ha identificato la trasmissione Camera Cafè. È stato proprio uno dei suoi volti più celebri, Luca Bizzarri, a trollare la trovata del Movimento 5 Stelle: «Non sanno che Camera Café aveva una camera fissa. Non sanno che era davanti a una macchinetta. Non sanno recitare. A giudicare dall’ultima battuta, non sanno coniugare i verbi in italiano».

Dritto dritto nella rubrica «Non hanno un amico». Ennesima puntata dell’ennesima stagione.

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