Paragone va in radio a dire che tutti lo schifano

Il senatore di Italexit sottolinea come sia stato, forse, l'unico del Gruppo Misto a non esser stato chiamato da esponenti della maggioranza. Chissà perché

28/01/2021 di Enzo Boldi

Se ci sarà il Conte ter, sarà a trazione europeista. Lo ha detto lo stesso Presidente del Consiglio uscente nel giorno delle sue dimissioni ed è stato ribadito anche dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle (questi ultimi, ovviamente, sembrano aver dimenticato le loro battaglie elettorali precedenti). Insomma, i voti necessari per dar vita a un nuovo esecutivo guidato dall’avvocato Conte necessita di parlamentari (in particolar modo senatori) con una visione Europea. Questo esclude dai giochi l’ex pentastellato Gianluigi Paragone che in radio ha detto di essere stato schifato dalla maggioranza.

LEGGI ANCHE > Paragone si dice pronto all’alleanza con Marilyn Manson pur di far uscire l’Italia dall’Unione Europea

«Tutti mi schifano. Non sto scherzando. Forse sono l’unico parlamentare del Gruppo Misto che non ha ricevuto nessuna chiamata – ha detto Gianluigi Paragone ai microfoni de ‘L’Italia s’è desta’, trasmissione in onda su Radio Cusano Campus -. Il mio gruppo, Italexit, da tre persone: oltre a me ci sono Mario Giarrusso e Carlo Martelli. Loro due sono stati contattati mille volte volte, io no». Insomma, nessuno lo vuole. Nessuno vuole coinvolgerlo nelle trattative per trovare una gamba d’appoggio a un futuro (eventuale) governo Conte ter. Ovviamente i motivi sono ben noti, anche allo stesso senatore.

Paragone dice che tutti lo schifano

Non stupisce l’atteggiamento dei partiti di maggioranza. Volente o nolente, il terzo esecutivo a guida Conte ha un’ambizione europea ed europeista. Paragone sa bene i motivi per cui non è stato contattato, pur facendo parte di quel Gruppo Misto che rappresenta un bacino di voti fondamentali per arrivare alla maggioranza assoluta a Palazzo Madama. Innanzitutto perché ha fondato un partito-movimento dal nome Italexit che ha come obiettivo quello di far uscire il nostro Paese dall’Europa. Poi perché i suoi pareri contro l’ex Presidente del Consiglio sono stati ben palesati (a ripetizione) nei mesi scorsi. Nessuna sindrome da Calimero, dunque.

Share this article