Il Papa sul Primo Maggio: «Anche oggi tanti schiavi, manca la dignità del lavoro»

Messaggio fortissimo che arriva da Papa Francesco sul Primo Maggio. Il pontefice, nella giornata che anche la chiesa dedica al mondo del lavoro, ha celebrato la consueta messa dalla residenza di Santa Marta in Vaticano. E ha lanciato un forte monito alle autorità affinché possa essere garantita la dignità del lavoro a tutti, in modo tale che nessuno debba rimpiangere il fatto di non riuscire a portare il pane sulla propria tavola.

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Papa Francesco Primo maggio, l’omelia sulla dignità del lavoro

«Nella storia – ha affermato Papa Bergoglio – abbiamo letto le brutalità che facevano con gli schiavi: li portavano dall’Africa in America – io penso a quella storia che tocca la mia terra – e noi diciamo “quanta barbarie” … Ma anche oggi ci sono tanti schiavi, tanti uomini e donne che non sono liberi di lavorare: sono costretti a lavorare, per sopravvivere, niente di più. Sono schiavi: i lavori forzati … sono lavori forzati, ingiusti, malpagati e che portano l’uomo a vivere con la dignità calpestata. Sono tanti, tanti nel mondo. Tanti. Questo succede anche qui, da noi. Pensa ai lavoratori, ai giornalieri, che tu li fai lavorare per una retribuzione minima e non otto, ma dodici, quattordici ore al giorno: questo succede oggi, qui. In tutto il mondo, ma anche qui. Pensa alla domestica che non ha retribuzione giusta, che non ha assistenza sociale di sicurezza, che non ha capacità di pensione: questo non succede in Asia soltanto. Qui». 

Il Papa ha ricordato che questo elemento sia fondamentale anche in un momento di crisi economica molto difficile come quello che stiamo vivendo in questo momento. Il pontefice si è idealmente unito all’appello del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, ricordando l’articolo uno della nostra Costituzione, ha affermato che non può esistere la Repubblica senza il lavoro, nel suo tradizionale messaggio del Primo Maggio. Inoltre, Mattarella ha chiesto che le autorità possano aiutare a far rispettare questo precetto sacro per la nostra nazione anche in un momento difficile e che il governo, in questa fase di emergenza, deve contribuire offrendo delle indicazioni chiare e precise rispetto a quanto sta accadendo.

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