Il Papa contro il populismo e il nazionalismo: «Emersero anche tra prima e seconda guerra mondiale»

Ultimamente, Papa Francesco sembra avere una frase sempre pronta che fotografa l’attuale situazione politica in Italia. E se qualche giorno fa aveva affermato che era meglio essere atei che cristiani ipocriti, oggi è la volta della censura di due concetti che sono tanto cari al governo italiano e che vengono sbandierati sempre di più come valori. Secondo il papa, infatti, è evidente la pericolosità di nazionalismo e di populismo.

Papa Francesco parla di populismo e nazionalismo

Parlando al corpo diplomatico riunito presso la Santa Sede, Papa Francesco ha voluto valutare gli effetti di populismo e nazionalismo sugli Stati del mondo: «È evidente – dice Jorge Mario Bergoglio – come i rapporti in seno alla comunità internazionale, e il sistema multilaterale nel suo complesso, stiano attraversando momenti di difficoltà, con il riemergere di tendenze nazionalistiche».

Il fatto che questa concentrazione sulla propria nazione sia da considerare una difficoltà viene chiarito dal papa anche in un passaggio successivo del suo discorso: «Tra le due guerre mondiali – ha detto il papa – le propensioni populistiche e nazionalistiche prevalsero. Il riapparire oggi di tali pulsioni sta progressivamente indebolendo il sistema multilaterale, con l’esito di una crisi di credibilità della politica internazionale».

Il paragone di Papa Francesco con la situazione tra prima e seconda guerra mondiale

Insomma, il paragone sembra essere piuttosto chiaro. Nel linguaggio della diplomazia, Papa Francesco sta sottolineando come il populismo e il nazionalismo siano state delle caratteristiche fondamentali anche dei totalitarismi che hanno attraversato il periodo storico tra le due guerre mondiali, con Benito Mussolini in Italia e Adolf Hitler in Germania. Il parallelismo è piuttosto inquietante e suona ancora più forte se fatto intravedere in un discorso del pontefice.

Il papa, inoltre, è tornato sull’accoglienza ai migranti, dopo che – dalla finestra di Piazza San Pietro nel corso dell’angelus di ieri – aveva lanciato un monito sui 49 nel Mediterraneo sulla Sea Watch e sulla Sea Eye: «Ancora una volta – ha chiuso Francesco – desidero richiamare l’attenzione dei governi affinché si presti aiuto a quanti sono dovuti emigrare a causa del flagello della povertà, di ogni genere di violenza e di persecuzione, come pure delle catastrofi naturali e degli sconvolgimenti climatici, e affinché si facilitino le misure che permettono la loro integrazione sociale nei Paesi di accoglienza».

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