Nemmeno il tempo di diventare portabandiera e già gli haters sono contro Paola Egonu

La pallavolista azzurra Paola Egonu porterà la bandiera olimpica alla cerimonia di apertura dei Giochi di Tokyo 2020, ma immediatamente si scatenano i commenti razzisti e omofobi

20/07/2021 di Giorgia Giangrande

Di questa mattina la notizia della nomina di Paola Egonu come portabandiera del vessillo olimpico ai Giochi di Tokyo 2020 e, purtroppo, come troppo spesso ancora accade in questi casi, ecco lo scatenarsi di commenti razzisti e omofobi sui vari social media.

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La nomina a portabandiera olimpica

Tanto per cominciare, immediatamente dopo la diffusione della nomina, questa è stata modificata in favore di una notizia diversa (e falsa): «Paola Egonu porterà la bandiera del tricolare della nazionale italiana». La rapidità con cui le notizie oggigiorno si diffondono comporta una direttamente proporzionale accelerazione delle fake news. Paola Egonu, infatti, non porterà la bandiera tricolore italiana, bensì la bandiera a cinque cerchi delle Olimpiadi 2020, cioè rappresenterà – insieme ad altri atleti – tutte le nazioni impegnate nei giochi olimpici.

Non ci sarebbe bisogno di dirlo ovviamente, se non fossero già sorti commenti razzisti, ma la nostra azzurra Paola Egonu è stata scelta per merito e non in rappresentanza di un politically correct, a cui tanti stanno già facendo riferimento.

Le dichiarazioni di Paola Egonu

Alla pallavolista, che è tra le atlete più forti al mondo della disciplina, la notizia è stata comunicata dal presidente del Coni Giovanni Malagò, che ha appreso la notizia al suo arrivo in Giappone. Ansa riporta le parole dell’atleta relativamente alla nomina appena assegnatale. La 22enne originaria di Cittadella, in Veneto, si è detta molto onorata per l’incarico che le è stato dato e che l’ha emozionata nel momento in cui il presidente Malagò gliel’ha riferito: «Perché mi ritrovo a rappresentare gli atleti di tutto il mondo ed è una grossa responsabilità». E ha poi aggiunto: «Attraverso me esprimerò e sfilerò per ogni atleta di questo pianeta».

I commenti razzisti e omofobi

Neanche il tempo di gioire di questa bella notizia per la nazione italiana e lì dietro l’angolo – pronti a sbucare come funghi – i commenti razzisti e omofobi, perché ancora nel 2021 avere una rappresentante della nazione nera o che abbia dichiarato – in seguito alla notizia del fidanzamento con la compagna Katarzyna Skorupa nel 2018 – di potersi innamorare di donne e di uomini è motivo di razzismo ed omofobia. Per quanto riguarda i commenti omofobi, in quest’occasione, non si sono fatti attendere, come se nello stabilire il talento di una persona incidessero la vita privata e l’orientamento sessuale. E qualcuno, leggendo la notizia, pensa bene di scrivere «Ma da lesbica si è scelta una nera o una bianca per trastullarsi?».

Ma se pensavamo di aver toccato il fondo con commenti omofobi di questo tipo, ecco quelli razzisti, simili a quelli che ha ricevuto Khaby Lame, il Tiktoker italiano secondo nella classifica mondiale. Nel caso di Paola Egonu sono partiti con i «Scelta dettata da meriti sportivi o da colori?», per proseguire con «È solo una scelta politica e strumentale», per finire – anche se purtroppo escludiamo una fine al razzismo in tempi brevi – con un categorico «Non ci siamo».

Ma non ci siamo a cosa? Non ci siamo dove, come, perché? Ve lo diciamo noi: non ci siamo in una società dove il colore della pelle non sia un discrimine al merito, alle competenze, alla bravura. Caratteristiche indiscutibili della nostra campionessa italiana di pallavolo Paola Egonu.

 

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