Archiviate le accuse di stupro su Pamela perché manca la sua querela. Ma lei è morta il giorno dopo la violenza
22/06/2020 di Redazione
Pamela Mastropietro è stata uccisa a Macerata il 29 gennaio 2018 a Macerata. Una ragazza di 18 anni che ha perso la vita, dopo essere andata via dalla comunità di recupero per tossicodipendenze che la stava seguendo in quel periodo, e che è stata vittima di un delitto efferato, completato dal tentativo di occultare il suo cadavere. Per il suo omicidio, venne arrestato e condannato successivamente all’ergastolo il nigeriano Innocent Oseghale. Ma il giorno prima del suo omicidio, due uomini – un italiano e un tassista di origini argentine – erano stati accusati di stupro nei suoi confronti.
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Pamela Mastropietro, archiviate le accuse di stupro
Oggi, per entrambi è arrivata l’archiviazione da parte della procura di Macerata. Il motivo? Difetto di querela. Lo stupro può essere denunciato, infatti, soltanto dalla persona che lo ha subito se quest’ultima ha raggiunto la maggiore età. La querela, nel caso di Pamela Mastropietro, non arrivò mai. La diciottenne morì esattamente il giorno dopo gli episodi contestati il 28 gennaio 2018.
L’appello dello zio di Pamela Mastropietro alla politica
Marco Valerio Verni, zio e legale della famiglia di Pamela Mastropietro, ha commentato con amarezza la decisione di archiviare l’episodio, anche se – viste le circostanze – un risultato del genere era atteso dalla famiglia: «Nessun altro – ha spiegato -, né l’amministratore di sostegno, né la nonna o un eventuale curatore speciale, avrebbe potuto farlo se non lei stessa, uccisa però in via Spalato il giorno dopo la violenza. Facciamo un appello alle autorità: nella malaugurata ipotesi dovesse ripresentarsi un episodio simile, i familiari dovrebbero avere la possibilità di adire le vie legali autonomamente. La politica possa colmare questo vuoto che si è venuto a creare».
Il caso di Pamela Mastropietro colpì molto l’opinione pubblica e fu alla base anche dell’attentato di Luca Traini che, a Macerata, accoltellò, ferendole, sei persone nere. Ma, in generale, ha mostrato molte falle nel sistema giudiziario italiano quando si indaga per possibili reati di natura sessuale che hanno come bersaglio proprio le donne.