Quali sono i paesi Schengen a cui l’Italia aprirà le frontiere il 3 giugno

Dal 3 giugno si tornerà a viaggiare dall’Europa all’Italia: frontiere aperte ai paesi Schengen. Dunque, i cittadini facenti parte di quest’area (con l’aggiunta della Gran Bretagna) potranno arrivare nel nostro Paese senza dover poi rimanere 14 giorni in isolamento. Questa indicazione è contenuta nel dpcm attualmente in vigore: il governo intende quindi confermare quanto già previsto, compresi gli spostamenti tra regione e regione in Italia.

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Abbiamo parlato, dunque, dei cosiddetti paesi Schengen. Quanti e quali sono? Cominciamo subito col dire che parliamo di Europa. Lo Spazio Schengen prende il nome dalla cittadina di Schengen, in Lussemburgo, al confine con la Francia e la Germania, nella quale è stato stipulato l’accordo – firmato il 14 giugno 1985 tra  Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi – che ha dato vita all’area. Si tratta di un’area che comprende in totale 26 Stati: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca (esclusi i territori della Groenlandia e delle isole Far Oer), Estonia, Finlandia, Francia (esclusi i territori d’oltremare e collettività d’oltremare), Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi i territori di Aruba, Curacao, Sint Maarten e caraibici), Norvegia (esclusa Svalbard), Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna (con disposizioni speciali per Cuelta e Melilla), Svezia e Svizzera. In aggiunta a questi 26 Stati, i cosiddetti ‘paesi Schengen’, ce ne sono altri tre che hanno comunque le frontiere aperte con l’area: Monaco, San Marino e Città del Vaticano. Allo Spazio Schengen, fino al 31 gennaio 2020, aderiva anche il Regno Unito, ma in seguito all’entrata in vigore della Brexit gli Stati membri sono passati da 28 a 27. Lo Stato membro che ha deciso di non aderire allo Spazio Schengen è l’Irlanda, mentre quattro altri paesi (Cipro, Croazia, Romania e Bulgaria) hanno sottoscritto la Convenzione di Schengen ma per essi non è al momento in vigore, poiché non hanno ancora attuato tutti gli accorgimenti tecnici previsti nella pratica; in via provvisoria, mantengono tuttora i controlli alla frontiera delle persone.

L’Italia ha sottoscritto l’accordo il 27 novembre 1990, ma la data di attuazione è partita il 26 ottobre 1997.

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