Il padre di Silvia Romano: «Non è andata in Africa per diventare un’icona, mi sono inchinato di fronte a lei»
11/05/2020 di Redazione
Il padre Silvia Romano, Enzo Romano, ha parlato con il Quotidiano Nazionale di quanto accaduto alla figlia e del suo rientro in Italia, avvenuto all’aeroporto di Ciampino il 10 maggio. Si tratta di una risposta indiretta a tutte le critiche che sono arrivate alla ragazza di 24 anni e che hanno caratterizzato il dibattito pubblico – a volte dai toni piuttosto sguaiati – per tutto il pomeriggio di ieri.
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Padre Silvia Romano: «Mia figlia non è andata in Africa per diventare un’icona»
«Mia figlia non è andata in Africa per diventare un’icona – ha detto Enzo Romano -, è partita perché era quello che sentiva nel cuore. Era quello che voleva fare: lavorare per gli altri, mettersi al servizio di persone meno fortunate e aiutarle grazie alle sue capacità e al suo sorriso». Del resto, come poteva pensare Silvia Romano di diventare un’icona? Il rapimento è stato un evento imprevisto del suo soggiorno in Kenya, dove era arrivata come volontaria della onlus Africa Milele. Il suo gesto, come ha ricordato Enzo Romano, doveva essere simile a quello compiuto da molti giovani che, come Silvia, ritengono che sia giusto aiutare il prossimo, soprattutto le persone meno fortunate.
Il padre di Silvia Romano ha descritto anche il momento del primo abbraccio: ha invitato Silvia a togliersi lo zaino e a fare un passo indietro: «Ho voluto accogliere Silvia come meritava – ha detto Enzo Romano -, inchinandomi davanti a una figlia di cui sono orgoglioso». Il suo inchino rispecchia assolutamente il gesto che tutti quelli che hanno avuto, in questi 18 mesi, rispetto per la vicenda di Silvia Romano avrebbero voluto fare incontrandola.