L’esposizione mediatica di Orsini e la sospensione del suo osservatorio alla Luiss

Non è stato rinnovato l'accordo con Eni per l'Osservatorio internazionale di cui Orsini era direttore

01/05/2022 di Redazione

Anche se l’ultima uscita televisiva di venerdì del professor Alessandro Orsini ha fatto molto discutere, non si può mettere in correlazione diretta con la notizia della soppressione, da parte della Luiss, del suo osservatorio internazionale. La sezione specializzata, che organizzava eventi, promuoveva ricerca ed effettuava attività di consulenza in merito alla politica internazionale aveva come partner principale Eni che, tuttavia, già da un paio di mesi ha fatto arrivare in scadenza l’accordo senza rinnovarlo. Di conseguenza, l’Osservatorio internazionale di cui Orsini era alla guida non è più, al momento, in orbita Luiss. Diverso il discorso per Alessandro Orsini, che continua a essere professore associato di Scienze Politiche.

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Osservatorio di Orsini sospeso alla Luiss

Impossibile, viste le tempistiche, associare – come ha fatto qualche testata – la decisione della Luiss (di cui era già stata data anticipazione, ad esempio, dal quotidiano online TPI, ma che è stata rilanciata soltanto nelle ultime ore) all’ultima puntata di Accordi e Disaccordi, programma nel corso del quale Orsini aveva parlato dei meccanismi con cui Gran Bretagna e altri Paesi europei (in alleanza con i Paesi invasi da Hitler) avrebbero fatto scattare automaticamente una guerra difensiva, in una sorta di «articolo 5 della Nato». Una ricostruzione che parte dalla premessa in base alla quale Hitler non avrebbe avuto alcuna intenzione di dare inizio a una Seconda Guerra Mondiale (sebbene Orsini, in un suo post successivo, abbia specificato che nella sua prospettiva «Hitler è stato il principale responsabile della seconda guerra mondiale»).

Le parole di Orsini sono arrivate venerdì sera, mentre – invece – la sospensione della partnership tra l’Osservatorio della Luiss con Eni risale già a un paio di mesi fa. In coincidenza, questa volta sì, con la sovraesposizione mediatica del docente di politica internazionale. Sin dallo scoppio della guerra in Ucraina, infatti, Orsini è stata una delle voci più richieste all’interno di talk show e di quotidiani italiani. All’inizio scriveva per il Messaggero, che però ha interrotto la collaborazione in concomitanza con le prime uscite televisive di Orsini: da lì il passaggio al Fatto Quotidiano e la presenza in diversi programmi di approfondimento, da Cartabianca, passando per Piazzapulita.

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